Semaforo verde in consiglio comunale per il nuovo piano regolatore portuale approvato all’unanimità. Un piano che andrà a sostituire quello attuale in vigore dal 1981 e pensato quando le esigenze della città e del porto stesso erano completamente diverse rispetto ai bisogni odierni in tema di nautica, turismo e cantieristica navale. Un piano regolatore necessario alla crescita dello scalo apuano e che in futuro andrà parzialmente a ridisegnare la zona costiera di Marina grazie a una razionalizzazione degli spazi esistenti, è stato sottolineato.
La sindaca Serena Arrighi, che in apertura di dibattito ha definito il nuovo piano "uno strumento urbanistico che condurrà il porto nel terzo millennio, volano per il settore nautico, crocieristico e industriale". "Non può più aspettare – ha detto –, siamo convinti che lo scalo di Marina possa essere un fondamentale volano di sviluppo per Carrara e per tutta la provincia, ma è necessario che gli si forniscano gambe robuste su cui correre. Questo piano risponde ad alcune esigenze ormai sempre più stringenti che ci vengono a gran voce da imprese e operatori commerciali: sviluppo turistico e della cantieristica diffusa mediante il travel lift, riorganizzazione delle aree commerciali e spazi stabili per i grandi cantieri e per la diportistica. Tutto questo viene previsto attraverso uno sviluppo armonico equilibrato e sostenibile che non prevede ampliamenti dello scalo, ma solo una sua migliore e più funzionale distribuzione degli spazi". E ha invitato a superare la contrapposizione ‘porto contro turismo’ o ‘Carrara contro Massa e la Versilia’: "un porto in grado di lavorare meglio fa bene a tutti, anche alle spiagge visto che grazie all’utilizzo per il ripascimento delle sabbie di dragaggio, come annunciato dall’Autorità di sistema portuale, queste avranno un alleato serio ed affidabile". Soddisfatta l’Autorità Portuale. "Con questo voto inizia il futuro del porto – ha commentato – che è anche il futuro della città".
In consiglio comunale, dopo più passaggi nelle commissioni, un dibattito ampio che ha visto un unanime parere favorevole. Se tutti hanno riconosciuto la necessità di adottare il nuovo prp, non sono mancati spunti di riflessione lanciati da maggioranza e opposizione. Dai banchi dell’opposizione Massimiliano Bernardi ha ricordato la situazione in cui versa la zona della foce del Lavello. "Fortemente degradata, buia e dove la balneazione non è prevista" ha sottolineanto ricordando che il progetto precedente avrebbe portato "una riqualificazione totale dell’asse strategico di Marina e si sarebbe probabilmente sistemata la zona della foce e anche del Lavello". Andrea Vannucci si è soffermato soprattutto sulla nuova suddivisione tra ponente (turismo e residenziale) e levante (industria e logistica). "Le funzioni dentro sono ragionate ma anche molto elastiche – ha aggiunto Vannucci – . e il Comune dovrebbe dire come vorrebbe che si riempissero gli spazi e come gestire il traffico pesante, che quindi sul ponente non deve più passare".
Una riflessione è stata posta anche dal capogruppo del Pd Gianmaria Nardi. "La Regione anni fa aveva una visione diversa dello sviluppo portuale – ha ammesso Nardi – preferendo Livorno. Questo progetto è anche figlio di una casualità, l’averci fatto finire con l’Autorità di sistema di La Spezia: ha permesso di liberare un giogo e aprire alla concorrenza all’interno del porto. Serve un processo partecipativo fatto sul rapporto tra città e portualità".