Alla vigilia di Natale è arrivato il via libera al progetto di bonifica della Buca degli Sforza a Poveromo da parte della Conferenza dei servizi, convocata a inizio dicembre da parte della Regione Toscana. Ci saranno accorgimenti e prescrizioni da mettere in atto, così come richiesti dai vari enti che hanno partecipato alla conferenza, a partire dagli stessi uffici della Regione, Arpat o azienda sanitaria Usl Toscana Nord Ovest, ma nella sostanza si va avanti e bisogna farlo anche in fretta visto che l’intervento è finanziato con risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicate ai siti orfani. Sul piatto ci sono ben 11 milioni di euro. A ogni modo, i documenti necessari ci sono tutti così come le relative autorizzazioni, compresa quella paesaggistica e del vincolo idrogeologico rilasciate dal Comune di Massa, ente attuatore della bonifica in forza di un accordo con Ministero dell’ambiente e Regione, nonché responsabile del progetto realizzato per suo conto in appalto da 3iProgetti Srl. Ultimo atto di un iter comunque piuttosto complesso, a seguito di una precedente conferenza dei servizi che si era svolta a settembre e dalla quale erano emerse richieste di chiarimenti, a cui il Comune stesso aveva risposto attraverso le integrazioni progettuali presentate prima di dicembre, in particolare la relativa analisi di rischio.
L’intervento non solo andrà a rimuovere i rifiuti lì interrati ormai da decenni ma anche a modificare il profilo di rischio idraulico ed idrogeologico della zona, pure in fase di cantiere quando è previsto lo spostamento almeno temporaneo di Fosso del Sale e Canalmagro, per garantire la completa sicurezza delle operazioni. L’approvazione da parte della Conferenza dei servizi comporta inoltre la dichiarazione immediata di pubblica utilità, di urgenza e indifferibilità dei lavori, elementi essenziali, dando mandato al Comune di procedere con tutti gli adempimenti amministrativi dovuti in tempi stessi per arrivare alla cantierabilità dell’opera, compreso l’adeguamento del certificato di destinazione urbanistica.
Le linee chiave dell’intervento indicate nella scheda approvata dal Ministero e oggetto di protocollo d’intesa fra Regione e Comune prevedono la rimozione totale delle fonti di contaminazione primaria e secondaria costituite dai fanghi, dai riporti e dai terreni contaminati presenti a perimetro dell’abbancamento e al di sotto dello stesso con scavi oltre i 3 metri di profondità oltre a sistemi di controllo e pulizia della falda, soprattutto in fase di cantiere. In una prima fase si prevede di rimuovere oltre 20mila metri cubi di materiale da portare a smaltimento specifico ma in questa fase il progetto potrebbe subire altre modifiche o prescrizioni.
L’obiettivo resta quello di rimuovere i rifiuti che sono stati abbancati dal 1968 fino al 1995 da parte della Dolomite Montignoso S.p.A (ex Tassara Prodotti Dolomitici) così da eliminare le matrici contaminate e ripristinare la funzione originaria dell’area ovvero quella di naturale specchio d’acqua retrodunale per far tornare la Buca degli Sforza un’ampia area a specchio d’acqua retrodunale, naturale cassa d’espansione di Canalmagro e Fosso del Sale: circa 27mila metri quadrati che oggi per 10mila metri sono occupati dall’abbanco di rifiuti, proprio di fronte all’aeroporto e dietro al lungomare.