
Il giudice Gabriele Romano ha avallato il licenziamento
Massa, 30 novembre 2016 - «NEL BILANCIAMENTO tra l’interesse del datore di lavoro alla tutela del proprio patrimonio e l’interesse del lavoratore alla tutela della propria riservatezza deve prevalere il primo». Il principio fa da apripista alla sentenza con la quale il giudice del lavoro del tribunale della Spezia Gabriele Romano ha rigettato il ricorso contro il licenziamento di un lavoratore dell’Acam Acque, per l’uso indebito dalla tessera Viacard di cui aveva la disponibilità per il pagamento dei pedaggi in autostrada con i mezzi operativi dell’azienda. Accadde, invece, che impiegò la card 183 volte nei trasferimenti da Massa alla Spezia e viceversa per recarsi al lavoro e tornare a casa alla fine dello stesso, a Massa, appunto.
L’eccezione fondata sul diritto alla riservatezza posta dalla difesa, con riferimento alle norme che impediscono all’azienda di spiare i dipendenti, non ha retto. E ciò...«dal momento che il lavoratore ha scelto di utilizzare illegittimamente lo strumento di lavoro, che è al tempo stesso strumento di controllo, per finalità estranee all’attività lavorativa, assumendo così il rischio di essere scoperto e sanzionato», spiega il giudice. Della serie: se l’è cercata, incrinando in maniera irreparabile il rapporto fiduciario con l’azienda, che l’ha licenziato per giusta causa.
SI TRATTA del secondo caso di licenziamento legittimo in Acam certificato dal giudice del lavoro, sempre a motivo dell’uso indebito della tessera Viacard. Risale alla scorsa settimana il primo pronunciamento, del giudice Giampiero Panico: anche in quella occasione la causa riguardava un dipendente di Acam residente a Massa. Ora il bis, con estensione della motivazione all’insostenibilità del diritto del lavoratore a non essere spiato. Di qui la certificazione del licenziamento: valido, fondato e proporzionato, in accoglimento delle tesi prospettate dai legali dell’azienda gli avvocati Alberto Benifei, Mauro Mazzoni, Giorgio e Matteo Petronio. Il licenziamento era scattato a seguito dell’esito di uno screening effettuato su tutti i dipendenti assegnatari di tessere Viacard, in conseguenza da un picco di addebiti alle casse aziendali, a cavallo fra il 2014 e il 2015.