MAURIZIO MUNDA
Cronaca

Viaggio alla scoperta dei vulcani in Ecuador

Tre carraresi esperti di alpinismo hanno organizzato una spedizione all’equatore in cui hanno scalato cinque montagne

di Maurizio Munda

Un viaggio tra i vulcani dell’Ecuador, tra i cinque e gli oltre seimila metri di quota, tra ghiacciai e crepacci, tra salite e discese a piedi e con gli sci, tra albe mozzafiato e panorami indimenticabili. E’ la spedizione all’equatore di Adolfo Corsi, Fabrizio Molignoni ed Emilio Volpi, tre carraresi che hanno la montagna nel sangue, esperti e con un lungo curriculum alpinistico. Ai tre si è aggiunto anche Miguel Martinez Apolinario, una guida alpina peruviana. "Una esperienza che ci ha soddisfatto molto, perché in quindici giorni abbiamo scalato le cinque montagne iconiche delle Ande ecuadoriane e soprattutto perché ci siamo sentiti bene e abbiamo riportato le gambe a casa" racconta Corsi che, con Apolinario, è salito e disceso sempre con gli sci ai piedi, mentre Molignoni e Volpi hanno optato per la cordata con i ramponi.

"Cercavamo quel senso di avventura, la ricerca di grandi spazi, l’emozione di salire montagne colossali che sono anche vulcani attivi" racconta Corsi che ricorda che fino all’800, il Cotopaxi (il nome significa collo di luna) era considerata la montagna più alta del pianeta. Anche Molignoni ha soddisfatto la personale indole esplorativa: "cerco sempre luoghi nuovi perché non mi piace ripetere cose già fatte e avevo già messo le montagne dell’Ecuador tra i mie obiettivi".

La spedizione è partita da Quito, sulla linea dell’equatore, dove si trovano alcuni tra i vulcani più alti del pianeta, primi giorni dedicati all’acclimatamento con brevi trekking su e giù fino ai 4000 metri, poi la prima seria montagna è il cratere spento del Guagua Pichincha 4794 che troneggia sopra Quito. Quindi trasferimento in fuoristrada attraverso la Valle dei Vulcani per scalare l’llinizas Norte, un vulcano di 5126 metri, in una giornata di neve e nebbia.

Terminato il periodo di acclimatamento, sono iniziate le vere salite ai vulcani Cotopaxi, Chimborazo e Cayambe, gli obiettivi della spedizione. "Con una splendida giornata di sole e temperature primaverili, abbiamo scalato il Cotopaxi (5897 metri) con discesa in mezzo ad un dedalo di grandi crepacci e dopo un giorno di riposo siamo saliti al campo alto, a 5300 metri, del Chimborazo, il rilievo più elevato dell’Ecuador con i suoi 6310 metri che però non siamo riusciti a raggiungere a causa del brutto tempo e dell’incombente pericolo di valanghe" continua il racconto. "Nell’ultima settimana ci siamo dedicati al Cayambe (5798 metri) ma per le forti piogge la strada di avvicinamento risultava intransitabile anche per il fuoristrada e così, approfittando dell’ennesima finestra favorevole, dopo una notte piena di aspettative passata ai 4600 del rifugio, alle 3 di notte abbiamo iniziato la salita all’ultimo vulcano in programma, tutto a nostra disposizione, raggiunto in tempo per goderci lo spettacolo dell’alba". Ma la sete di montagna non è ancora placata e a maggio Corsi, Molgnoni e la guida peruviana Apolinario hanno messo nel mirino il Denali (6190 metri) in Alaska, il monte più alto del Nord America.