Carrara, 5 ottobre 2017 - Una suggestione interessante: e se Villa Monzoni divenisse un luogo che assomigliasse un po’ alla Versiliana? Marina e l’intera comunità certo ne guadagnerebbero molto. L’ipotesi è emersa domenica al termine della ‘passeggiata’ promossa da I custodi della memoria che ha visto un folto numero di appassionati sostare prima nel cuore del paese, davanti (e dentro) la Chiesa della Sacra famiglia, per conoscerne la nascita, lo sviluppo e le ricchezze, poi riflettere sulle origini e le trasformazioni del piccolo borgo divenuto fiorente cittadina. Nel 1700 dove ora si trova il tempio c’era il mare che lambiva la costa fino all’attuale via Marco Polo. La Marina moderna nasce con la costruzione del pontileWalton (1854) e diventa importante con l’avvento della ‘Marmifera’ che collegherà il monte al mare. Piccole notizie storiche e poi la visita – accompagnati da Romano Bavastro, Annamaria Pregliasco, Pietro Di Pierro - al grande giardino ed alla Villa Giampaoli costruita su progetto dell’architetto Galeotti che già per Arturo Giampaoli Gialandrei aveva realizzato, a Carrara, il palazzo sede del Banco Giampaoli attivo dal 1920 al 1934.
Preziosa la testimonianza del nipote Giampiero Lagomarsini che nella bella villa con connotazioni liberty ha vissuto per molti anni. La tappa successiva era appunto a Villa Monzoni edificata dagli omonimi Conti ai primi del 1700 che dopo essere appartenuta anche (dal 1840) alla famiglia De Nobili, da circa un secolo è di proprietà dei De Laugier e quindi dei successori. Quattro adesso i proprietari tutti all’avo riconducibili. L’idea di utilizzare il parco ancora suggestivo ed arricchito da sculture d’epoca per trasformarlo in luogo per incontri culturali è di uno di questi, nipote per parte di madre di Giuseppe De Laugier, il Conte Giuseppe Lantermo di Torre di Montelupo. Di origine piemontese, una vita trascorsa in Brasile manager di grandi aziende (dalla Solvay all’Agip alla Fiat) e quindi anche incarichi diplomatici, dal 2014 in Italia ed a Marina di Carrara. Lantermo è legatissimo alla storia della sua famiglia ed a questa bellissima villa (nel 1938 ospitò anche il Re Vittorio Emanuele III). Per essa, secolarmente chiusa, si sta attivamente impegnando con l’obiettivo di aprirne le porte. Ed ai molti convenuti interessati alle vicende anche tristi della proprietà (durante la guerra i tedeschi ne avevano fatto il quartier generale ed alcuni soldati pare si divertissero sparando col fucile alle antiche statue di marmo) ha parlato suscitando interesse e perfino entusiasmo di questo suo progetto finalizzato alla nascita di un’Associazione culturale ‘Il Monzone’.