REDAZIONE MASSA CARRARA

Vini apuani prodotti in Burkina Faso. L’atto d’amore del vignaiolo Bazie

Il progetto sostenuto da Coldiretti per sostenere i giovani africani: "Desidero aiutare la mia terra di origine"

Gli insegnamenti di Francois Desiré Bazie per i giovani del Burkina Faso

Massa Carrara, 18 giugno 2024 – Il primo vigneto toscano sorge nel cuore dell’Africa, in Burkina Faso, e il ’regista’ del progetto è legato a doppio filo a Massa Carrara. Da rifugiato a vignaiolo, Francois Desirè Bazie si lancia in una nuova avventura.

L’imprenditore italo-africano punta a creare un’azienda vitivinicola in uno dei paesi più poveri al mondo e tra i più colpiti dal terrorismo. Bazie, ex rifugiato politico fuggito nel 2008 dalla Costa d’Avorio (ma è nato in Burkina Faso) è oggi uno stimato vignaiolo toscano, che proprio in queste ore sta piantando, e sta insegnando a farlo ai tanti giovani connazionali, le prime barbatelle di sangiovese e vermentino toscano e di Massaretta, uno dei vitigni autoctoni del Candia dei Colli Apuani che lui conosce bene, oltre che a cabernet e merlot.

Il sogno è produrre vini africani con vitigni autoctoni toscani nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou, creando i presupposti per una alternativa al fenomeno delle migrazioni. L’agricoltura è un settore indispensabile per cambiare il destino dell’Africa. Lo sa bene Coldiretti Toscana che, a livello nazionale, ha promosso insieme a BF, Filiera Italia e Cai (Consorzi Agrari d’Italia) uno dei progetti del Piano Mattei per l’Africa del Governo italiano che prevede la coltivazione di oltre 40mila ettari tra Algeri, Angola, Egitto e Ghana.

"Con il Piano Mattei esportiamo in Africa il nostro know how, le tecniche colturali e i sementi, i macchinari e la tecnologia con lo scopo di favorire la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e creare le condizioni per sviluppare un’agricoltura sostenibile che sia da traino per l’economia società contrastando la povertà. L’Africa non può e non deve più essere considerata un continente senza futuro: chi è nato li deve poter trovare tutte le opportunità di cui ha bisogno e le ragioni per restarci – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana e presidente di Vigneto Toscana – Il primo obiettivo è produrre le colture strategiche per il consumo locale, per il fabbisogno alimentare, come il frumento, il riso, il mais, gli ortaggi e la frutta di cui oggi sono deficitari e che mettono in pericolo la stessa loro sopravvivenza rendendoli schiavi degli aiuti e dell’assistenzialismo dei Paesi terzi. E’ il primo vitale supporto che dobbiamo garantire insegnando ai residenti a farlo in autonomia. Mettiamo a disposizione del progetto la nostra esperienza, le nostre imprese, i nostri imprenditori e le risorse necessarie per raggiungere queste finalità".

Lo spirito del Piano Mattei è lo stesso che muove Francois Desirè Bazie, 44 anni che in Italia, prima in Piemonte poi in Toscana, ha imparato a prendersi cura delle viti e a produrre ottimi vini. La sua è una favola moderna di riscatto, imprenditorialità e solidarietà. Titolare dell’azienda “InCandiaBio” che ha fondato, produce vino del Candia dei Colli Apuani Doc e la curiosa e ricercata moringa, il superfood africano che assomiglia all’acacia che gli è valso, nel 2020, l’Oscar Green di Coldiretti. L’Europa, e l’Italia lo hanno salvato dandogli protezione e un lavoro prima di scoprire nelle vigne lo strumento per trovare la pace e la dignità che ora vuole restituire insegnando e formando i giovani del suo paese di origine.

I dieci ettari di terreni dove sta piantando le viti, e in seconda battuta ortaggi, sono stati messi a disposizione dal Governo del Burkina Faso nell’ambito di un progetto per la sicurezza alimentare. I terreni sono ben serviti dalla disponibilità di acqua requisito indispensabile per avviare l’attività agricola. "Sono tornato nel mio paese di origine per aiutare i miei connazionali grazie al Governo. Voglio insegnargli quello che ho imparato in Italia sull’agricoltura e le viti. Se oggi sono quello che sono, un imprenditore agricolo, molto lo devo alle persone che ho incontrato. – racconta – Ho portato dall’Italia le barbatelle di vermentino, sangiovese, Massaretta, cabernet e merlot che sto piantando insieme ad un gruppo di giovani che partecipano al progetto. Costruiremo una cantina e produrremo qui il primo vino con vitigni toscani per il mercato africano. Ora c’è un pezzo della Toscana nella mia terra di origine".