Vino, ‘eroismo’ e passione. Un legame con il Giappone

La storia d’amore di Kazuko Oki: a Bergiole per onorare il marito scultore. Una casa-galleria e poi l’azieda agricola: Due premi Mondial des Vins Extremes.

Vino, ‘eroismo’ e passione. Un legame con il Giappone

La storia d’amore di Kazuko Oki: a Bergiole per onorare il marito scultore. Una casa-galleria e poi l’azieda agricola: Due premi Mondial des Vins Extremes.

Due vini “eroici”, frutto di una storia d’amore, di passione e di fatica. La strada del vino dalla collina di Bergiola arriva in Giappone, e accende una luce sul marmo, l’arte e la cultura. Una strada che Kazuko Oki ha cominciato a tracciare vent’anni fa e continua a percorrere portando nel paese del Sol Levante la “sua” Carrara e accogliendo nell’azienda agricola creata a Bergiola i giovani artisti giapponesi che arrivano per studiare nella città della scultura. Si chiamano “Marmor Lacrima” (un Igt Costa Toscana Vermentino) e “Marmor Fossile” (Igt Costa Toscana Sangiovese) i due vini prodotti da Kazuko Oki premiati nella 32ª edizione del Mondial des Vins Extremes, concorso dedicato ai vini della “viticoltura eroica” organizzato da Cervim, a cui hanno partecipato 1.015 ‘bottiglie’ prodotte da 356 cantine provenienti da 25 paesi. Sono nati all‘Ars Apua, l’azienda agricola creata da Kazuko Oki a Bergiola, nelle vigne che si specchiano sull’imponente anfiteatro delle cave. Qui vent’anni fa decise di creare la casa-museo per le opere del marito, il famoso scultore giapponese Tatsumi Oki, morto a 56 anni dopo solo tre di matrimonio.

"Era innamorato dell’Italia, aveva una piccola casa a Torano e amici in tutto il paese – racconta Kazuko Oki – . Aveva voluto farmi conoscere la vita italiana perché anch’io potessi innamorarmene. Quando è morto mi ha lasciato tutto e io volevo rendergli onore, sono tornata a Carrara alla ricerca di un luogo dove la sua arte potesse continuare a vivere l’amore per l’Italia". Lo ha trovato a Bergiola, in un vecchio casolare all’asta. Dentro la storia di una nobile donna di Carrara che sognava di creare una fondazione per aiutare gli orfani e si ritrovò truffata. Fuori il panorama delle Apuane imbiancate dal marmo che suo marito amava e traduceva in arte, ciliegi in fiore che per i giapponesi rappresentano la caducità della bellezza. "Era tutto in rovina ma a me sembrò un paradiso" ricorda. E in un paradiso l’ha aiutata a trasformarlo Oliviero Bertolaso, anche lui artista e grande amico di Tatsumi Oki. Poi dai rovi è spuntato un antico vigneto ed ha rinforzato il legame tra Carrara e il Giappone: "La famiglia di mio marito da più di un secolo produce sakè..." spiega Kazuko. E’ arrivata così la decisione di produrre vino: con l’aiuto dell’enologo Giorgio Baccigalupi ha impiantato nuove viti, ha studiato e si è diplomata Sommelier, poi ha aperto un’attività a Osaka per commercializzare il suo vino e altri.

Oggi “Ars Apua” è il punto di contatto tra Carrara e il Giappone, un faro nel paese del Pacifico sull’arte e la cultura apuana che tiene acceso anche con un blog. E nel B&B di Bergiola la cultura giapponese si fonde con quella italiana creando un affascinante amalga di emozioni. I turisti continuano ad aumentare: "Quest’anno per la prima volta ho avuto anche ospiti arrivati dal Brasile. Carrara e il suo marmo hanno un grande fascino in tutto il mondo". Qui trovano da anni la porta aperta i giovani artisti che dal paese del Sol Levante arrivano per studiare all’Accademia, inseguendo il sogno di imparare a scolpire il marmo nella città che ha fornito la materia prima a Michelangelo. E oggi Kazugo Oki sta lavorando per riportare in Giappone l’arte di un gruppo di ragazze con una mostra, come fece per Oliviero Bertolaso nel 2015 a Tokyo.

Emanuela Rosi