Elena Sacchelli
Cronaca

Zeri adesso ha il suo vino. Imprenditore appassionato recupera vigneti ‘resistenti’

Stefano Spinetti: “Prodotto autoctono che non necessita di pesticidi o trattamenti. Aroma erbaceo deciso che potrebbe diventare opportunità anche per il rilancio”

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Foto di gruppo

Zeri (Massa Carrara), 24 agosto 2024 – La zona, sino a un paio d’anni fa ancora “vergine”, di Zeri adesso può contare sul suo vigneto e sul suo vino a chilometro zero. È stata una vera scommessa quella di Stefano Spinetti, vignaiolo professionista di un’azienda vinicola dei Colli di Luni che, da appassionato, ha deciso di prendere in gestione un piccolo vigneto abbandonato che aveva notato da qualche anno quando trascorreva le sue vacanze a Zeri, in località Coloretta. Proprio la vigilia di Ferragosto il “ Vino di Zeri“, un bianco caratteriale autentico e genuino, è stato presentato ai residenti del borgo durante una serata all’insegna della convivialità. “Ho una casa a Zeri - spiega Stefano Spinetti - e da qualche anno avevo notato quel vigneto incolto pensando che meritasse una nuova vita. Così dopo aver preso contatti con il proprietario, Francesco, e dopo una lunga contrattazione sono riuscito a prenderlo in gestione e a recuperarlo”.

A un’altitudine di 600 metri sul livello del mare e in uno spazio relativamente ridotto, 600 metri quadrati, si ergono 4 vigneti resistenti. Vigneti che non necessitano di pesticidi e trattamenti chimici e che quindi sono in grado di rispettare l’ecosistema di Zeri non provocando alcun tipo di inquinamento. La prima vendemmia di Stefano Spinetti e Francesco Scalise risale a due anni fa e nel 2022 la produzione si è attestata intorno alle 50 bottiglie di vino. Nel 2023 sono invece state prodotte 200 bottiglie, quadruplicando la resa dell’anno precedente con due tipi di vinificazione, una di tipo tradizionale e quella attraverso botticelle in rovere. Tra poche settimane, esattamente il primo di settembre, inizierà invece la vendemmia dell’anno corrente, con una settimana di ritardo rispetto a quella dello scorso anno che era invece iniziata il 25 di agosto.

“Rispetto ai Colli di Luni il territorio di Zeri è diverso, anche e soprattutto per quanto riguarda il clima - precisa Stefano Spinetti -. Non siamo sul livello del mare, ma a 600 metri di altezza, le temperature sono inferiori e la zona è soggetta anche a grandinate. Tuttavia trattandosi di vigneti precoci che provengono dall’Alto Adige direi che siamo in linea con le tempistiche. Vogliamo vedere cosa può uscire da quel territorio e capire se il vino può diventare caratteristica e opportunità del luogo”. Opportunità per Zeri, ma anche per i suoi residenti. Questo il pensiero di Stefano Spinetti che quest’anno può contare anche su quattro filari di Sciacarello: l’unica varietà riconosciuta nelle Valli di Zeri, arrivata dalla Corsica nel 1904 e quindi vino tradizionale e tipico del Comune.

Tornando al primo bianco del territorio prodotto a Coloretta, il vignaiolo elenca alcune caratteristiche. “Un vino inconfondibile - precisa - più importante rispetto a un vermentino per le sue caratteristiche marcate vegetali e erbacee”. Ma da un solo vigneto, potrebbero anche svilupparsene altri: questo, almeno è l’obiettivo. “Zeri presenta tanti campi che potrebberoessere adibiti a vigneti - conclude Spinetti - e credo che la viticoltura potrebbe divenire anche una risorsa occupazionale per i residenti di questo splendito Comune, se sfruttata”. Nell’attesa che qualcun’ altro decida di trasformare un campo incolto in un vigneto resta il fatto che una nuova produzione locale il “Vino di Zeri“ - con la splendida etichetta realizzata da Ludovica Devoto - e soprattutto non impattante per l’ambiente, è sorta e si sta sviluppando nel cuore della Lunigiana.