Michela Carlotti
Cronaca

Fuggire da vessazioni fisiche e psicologiche. In Lunigiana una casa rifugio a protezione delle vittime

La Società della Salute Lunigiana corre ai ripari. Valettini: “Sarà garantito l’anonimato”. Accolte 42 persone al centro Donna nell’ultimo anno

Massa-Carrara, 24 novembre 2024 – Violenza psicologica, fisica, sessuale, atti persecutori, dallo stalking fino allo stupro e al femminicidio: è il fenomeno della violenza di genere che investe persone in grandi numeri discriminate in base al sesso. Un segnale forte nel contrasto al fenomeno arriva dalla nuova giunta esecutiva della Società della Salute Lunigiana: “È imminente l’apertura di una casa rifugio a indirizzo segreto per fornire protezione alle vittime che subiscono violenza, garantendo il completo anonimato”, dichiara il presidente Roberto Valettini nonché sindaco di Aulla. Si tratta di una casa inserita in un contesto urbano riservato ma protetto, che non lascia spazio a situazioni potenzialmente pericolose: “Ho preso a cuore la realizzazione di quest’iniziativa e ho dato concretezza all’idea”, spiega Valettini riferendo di aver trovato la disponibilità del direttore della Sds, Marco Formato, e del presidente dell’Erp Luca Panfietti. Già individuata la sede, la prima casa rifugio della Lunigiana nel giro di pochi mesi verrà aperta all’accoglienza.

VOCI CONTRO LA VIOLENZA: le videotestimonianze

Intanto, la Sds fornisce la cifra del fenomeno a livello locale: “Nel periodo 2023-2024 i numeri sono pressoché costanti ma registrano uno scostamento in aumento rispetto al precedente biennio 2021-2022 – riferisce la coordinatrice sociale Angela Neri –. Abbiamo avuto 42 accessi al Centro Donna nell’ultimo anno, 32 prese in carico con un percorso di coinvolgimento dei servizi territoriali e 5 donne messe in protezione”. Da anni attivo in Lunigiana, il Centro Donna conta 8 sportelli nei Comuni di Aulla, Pontremoli, Fivizzano, Licciana Nardi, Villafranca, Tresana, Bagnone, Mulazzo. “Ma c’è anche un telefono dedicato – spiega la coordinatrice – allo scopo di rafforzare il servizio di prossimità. La chiamata assicura il colloquio e l’eventuale presa in carico della vittima nell’arco di 24-48 ore, indipendentemente dall’accesso allo sportello”. Neri precisa, inoltre, che al fine di agevolare e tutelare la vittima, l’operatore del Centro può raggiungerla nell’immediatezza in un posto sicuro e concordato.

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (foto Marco Mori/New Press Photo)

“La situazione stessa – dichiara – richiede la disponibilità e la passione degli operatori. Una donna che ha trovato il coraggio di telefonare non può aspettare altro tempo. Probabilmente ha già vissuto un periodo lungo di titubanza, durante il quale ha subito violenza ripetuta”. Fondamentale è la collaborazione con le forze dell’ordine: “Il Centro Donna – precisa Neri – è un servizio di prevenzione, accompagnamento ed uscita dal fenomeno della violenza. Per l’emergenza, la donna deve rivolgersi alle forze dell’ordine con cui, specie nell’ultimo anno, abbiamo strutturato una proficua collaborazione”.

Chi sono le persone che chiedono aiuto?

“In prevalenza si tratta di donne straniere – risponde la coordinatrice – che non possono contare sulla rete familiare”.

Per quanto riguarda l’andamento del fenomeno?

“I fine settimana e le festività sono i periodi più critici: sul dato incide la presenza a casa del coniuge violento ma - conclude - c’è anche da considerare che la violenza è spesso associata all’uso di sostanze”.