Per chi le frequenta, le giostre sono le luci, musica e divertimento. Ma dietro c’è una vita fatta di continui spostamenti e fatiche. Che si ama o si odia. A Filetto di Villafranca sono tornate, come ogni anno, le giostre. La famiglia Degli Innocenti viene a Filetto da oltre 50 anni, è una tradizione per loro animare le serate di fine luglio e agosto, per la fiera di San Genesio. Quest’anno, come del resto lo scorso anno, grande attenzione è stata prestata al rispetto delle normative anti Covid, con segnaletica, obbligo di mascherina e igienizzazione dei giochi. I ricordi del passato sono dietro l’angolo, si nascondono in vecchi articoli di giornale. "Un tempo - racconta William Degli Innocenti - c’era la giostra coi cavalli dei bisnonni. Filetto è sempre stata una tappa fissa, noi seguiamo un calendario per spostarci, soprattutto in Toscana, Emilia e Lombardia. Poi ci sono mesi in cui siamo fermi". Il Covid li ha costretti a pause prolungate. Ora sono tutti vaccinati e sperano di poter guardare al futuro con speranza. "Abbiamo una vita nomade - aggiunge il fratello Valter - non è una vita facile. Dietro le luci e la musica c’è tanto lavoro di manutenzione, per garantire la massima sicurezza delle attrazioni. C’è il lavoro di allestimento che di solito dura un paio di giorni. Un tempo era tutto manuale, adesso le cose sono cambiate". Nel parco ci sono gli autoscontri, il castello incantato, il tagadà e altri giochi tradizionali. "Per noi - aggiunge il terzo fratello, Paolo - sono investimenti economici importanti. Siamo sempre stati bene a Filetto, perché le persone sono affabili, ci conoscono e ci danno il benvenuto appena arriviamo". Il lavoro del giostraio si tramanda di generazione in generazione, con loro c’è anche il giovane Andrea. Non è semplice andare d’accordo in famiglie numerose che trascorrono così tanto tempo insieme. "Ho seguito le orme di papà e zii - dice - ogni tanto si litiga ma poi passa. C’è grande rispetto, soprattutto nei confronti dei genitori". Fa parte del gruppo Marcello Pozzi, con i figli Mirko ed Antony. "E’ una vita diversa - dice - noi siamo abituati a spostarci di continuo. Questa vita o la odi o la ami, alcuni giovani hanno preferito fare altre scelte, ma la maggior parte continua la tradizione familiare. Non so se potrei vivere in una casa che non si sposta". I loro caravan sono il regno delle donne, soprattutto la mattina, per le pulizie e la cucina. "Noi amiamo questo tipo di vita - dice Brigida, ai fornelli - non tutte discendiamo da famiglie di giostrai, ma abbiamo imparato vivere così. La sera lavoriamo al luna park". Le case non sono piccole, all’interno sorprendono per le comodità. "Sono belle perché si modificano - aggiunge - e sono costantemente adeguate alle nostre esigenze". Filetto è l’occasione per ritrovarsi, a fine agosto ci si divide, ogni giostra in una città diversa. Le famiglie sono originarie di Brescia e Bergamo, hanno visto l’impegno di medici e infermieri durante la pandemia e adesso vogliono ringraziarli.
"Ci piacerebbe - dicono in coro - organizzare una giornata dedicata a loro, per potergli regalare un po’ di spensieratezza offrendo giri sulle giostre. Lo abbiamo in programma, ci sembra un bel modo per ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per le persone in difficoltà".
Monica Leoncini