
Il sindaco di Zeri, Cristian Petacchi, interviene dopo l’incontro con il presidente del Consorzio Dino Sodini
"Siamo un Comune periferico e marginale, il più a nord della Toscana ma esteso e, più di altri, esposto al rischio idrogeologico. Negli ultimi quattro anni il Consorzio si è totalmente dimenticato di noi: speriamo in un cambio di rotta". Il sindaco di Zeri, Cristian Petacchi, non ha risparmiato segnature al presidente Dino Sodini, fresco di nomina alle consultazioni consortili di fine 2024. Giovedì sera, il presidente dell’ente si è presentato con il dirigente Maurizio Rocchi alla primissima riunione formale con i sindaci dell’Unione dei Comuni della Lunigiana.
"Zeri é un piccolo Comune ma poi non troppo con la sua estensione di 74 chilometri quadrati. E comunque - ha aggiunto Petacchi - se non si inizia dalla montagna a regimare l’acqua come si deve, poi i danni si ripercuotono in maniera più intensa anche a valle. Quindi, i territori montani e seppur periferici come Zeri devono essere presi in considerazione prima di altri anche a loro salvaguardia". Petacchi ha lamentato un prima e un dopo nelle relazioni tra i due enti: "Dal mio insediamento, nel 2017 e fino all’inizio della pandemia, non dico tutti i mesi ma quasi, si faceva il punto della situazione. Poi più nulla: ho visto per la prima volta il dirigente, benché incaricato da anni".
Il sindaco ha anche ricordato impegni importanti mai realizzati: "Il problema dell’erosione attanaglia in maniera considerevole il mio territorio eppure devo segnalare poche azioni da parte del Consorzio: tutti microinterventi, sfalci e qualche pulitura dei canali ma niente di più". Erosione che compromette le strade comunali, ponti e frazioni che necessitano di messa in sicurezza. "Un esempio: l’intervento previsto oltre quattro anni fa nella frazione di Noce per un importo di 400mila euro, alla fine - conclude Petacchi - si è tutto ridotto a lavori per 80mila con la sistemazione di una scogliera sul fiume per ripristinare una strada, senza mettere in sicurezza né il ponte, né la frazione, né le briglie che erano ribaltate". A conclusione del suo intervento, Petacchi ha fatto un’apertura sul prosieguo: "Bene che il presidente abbia formalmente dato la sua disponibilità a collaborare con e per la Lunigiana: speriamo che alle parole seguano i fatti. Vedremo cosa cambierà".
Michela Carlotti