REDAZIONE MASSA CARRARA

Zona industriale: ‘Stop speculazioni’. La Cgil ripropone l’esproprio per le aree lasciate improduttive

Il segretario Del Vecchio chiede una pianificazione complessiva e "non assecondare le richieste dei singoli". Timori anche per l’ex Olivetti: come per la variante Sogegross prevista una modifica della destinazione d’uso.

Nicola Del Vecchio, segretario Cgil

Nicola Del Vecchio, segretario Cgil

"Stop alle speculazioni, serve una visione complessiva di territorio", è il messaggio che il segretario generale Cgil provinciale Nicola Del Vecchio lancia al sindaco Francesco Persiani e alla sua giunta dopo la bocciatura della “Variante Sogegross” da parte della commissione paritetica regionale. E torna a chiedere di introdurre lo strumento dell’esproprio per le aree produttive lasciate in stato di abbandono. Il segretario della Cgil sottolinea come le motivazioni che hanno spinto il sindaco e la sua maggioranza ad adottare la variante "sono state totalmente contestate" mentre le osservazioni mosse anche dal sindacato "vengono ritenute interamente valide". Per il segretario della Cgil Del Vecchio l’amministrazione comunale dovrebbe "avere finalmente una visione e pianificazione del territorio complessiva, capace di valorizzare i punti di forza della nostra zona industriale e la competitività territoriale senza invece assecondare le richieste che di volta in volta vengono portate avanti da singoli senza una coerenza complessiva".

Una scelta urbanistica che, ribadisce il sindacalista, "contrastava con la normativa sovraordinata" e la variante semplificata non era lo strumento idoneo per procedere in quella direzione". "Oggi possiamo affermare che avevamo ragione nell’avanzare quelle critiche – afferma –. Continuiamo a pensare che il problema del nostro territorio sia rappresentato dalla mancanza di aree in Zona Industriale, anche a causa dei lenti processi di bonifica, e in quelle poche aree ancora libere, assistiamo a processi speculativi che impediscono o limitano l’insediamento di nuove realtà produttive". E i timori si allargano ora alla variante presentata per l’area ex Olivetti da parte degli imprenditori del marmo Mazzi e Maiello "che prevede una modifica alla attuale destinazione d’uso dell’area con la possibilità di inserire anche attività legate al terziario e al commerciale".

Rilancia quindi la richiesta al sindaco: "Ci si doti, finalmente, di uno strumento capace di espropriare, dopo un dato termine, le aree che all’interno della Zona industriale non vengono utilizzate ai fini manifatturieri. Metteremmo così una spada di Damocle sopra la testa di chi oggi detiene aree lasciandole improduttive o peggio ancora attendendo il pronunciamento della maggioranza di turno che, magari con un cambio di destinazione, consenta di modificare la natura della Zona industriale". Lo strumento dell’esproprio, ricorda Del Vecchio, "era previsto dalla normativa nazionale che istituì i Consorzi e fu abrogato da Calderoli nel 2008, ripristinarlo permetterebbe da un lato di ridare linfa alla nostra economia territoriale e dall’altro di evitare processi speculativi che rischiano invece di essere sempre più frequenti".