Carrara, 21 ottobre 2019 - I Pabe di Carrara alla Rassegna urbanistica regionale. I Piani attuativi dei bacini marmiferi del nostro Comune sono stati presentati alla Rassegna urbanistica regionale della Toscana organizzata dall’Istituto nazionale di urbanistica che si è tenuta venerdì scorso alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella di Firenze.
Nel documento di presentazione messo a punto dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Bruschi è stato evidenziato in primis come «la dimensione territoriale abbia assunto un ruolo rilevante nei piani perché la definizione delle scelte fa riferimento a diversi temi territoriali: dal rapporto con l’area delle Alpi Apuane al concetto di filiera produttiva del marmo nel contesto apuo-versiliese, dalle relazioni con le risorse territoriali alle dinamiche globali del mercato che passano anche attraverso le infrastrutture».
A fronte di un quadro normativo complesso, a Carrara si è partiti da «un nuovo importante e imponente quadro di conoscenze – così è stato detto nell’assemblea fiorentina –, avviando una dimensione progettuale che si sviluppasse attraverso la contaminazione e integrazione reciproca fra politiche d i sviluppo e politiche per il paesaggio. Per la prima volta ci si dota di strumenti urbanistici che hanno il prioritario valore di fissare regole di dettaglio per il comprensorio del marmo volte a tutelare gli aspetti paesaggistici, territoriali e ambientali oltre che promuovere tecniche di lavorazione compatibili, alle quali affiancare nuove fruizioni culturali e turistiche».
L’assessore Bruschi ha rimarcato alla platea fiorentina come i nuovi piani di bacino abbiano un’attenzione preponderante per l’ambiente, finalizzati a un’escavazione sostenibile e compatibile con il paesaggio e l’ambiente. «Con i Pabe a Carrara – si legge in una nota del Comune – si torna finalmente a pianificare, nel rispetto di una tradizione che ha visto tra i suoi attori importanti personalità a partire da Luigi Piccinato fino a Ezio Bienaimè. Stiamo rinnovando tutti gli strumenti urbanistici, anche se in una sequenza purtroppo alterata dall’uso improprio, precedentemente adottato, delle norme transitorie. A breve – conclude l’assessore nel suo documento - l’adozione del Piano Operativo e l’avvio del nuovo Piano Strutturale».
I Piani attuativi del marmo sono strumento urbanistico importante nel lavoro al monte e andranno a integrare ilnuovo pacchetto di normative sul marmo che prevede il rinnovo della legge regionale, il regolamento degli agri marmiferi, il nuovo Piano cave. Un insieme di leggi e regolamenti sul lavoro del monte che avranno il dovere di tutelare le nostre montagne, ambiente e paesaggio, il lavoro al monte, l’occupazione, la sicurezza per chi opera e puntano a rendere il marmo una risorsa che fornisce una ricchezza sicura per l’intera città e per il suo indotto.
Fra gli obiettivi dell’apparato legislativo in fieri c’è quello di creare quella filiera della lavorazione che prevede che un blocco estratto rimagna in città e trovi nei lavoratori e negli atelier locali e fra le mestranze apuane tutto l’iter della lavorazione completa fino al prodotto finito per evitare che i blocchi escavati sorvolino la città verso mete dove il costo del lavoro e la tutela della sicurezza consentono costi diversi. Lo scopo è che ogni pezzo di marmo che esce dalle nostre montagne costituisca ricchezza certa non solo per l’imprenditore che estrae, ma per l’intero apparato dell’indotto apuano. La lavorazione in loco come rilancio dell’intera filiera cittadina.