REDAZIONE MASSA CARRARA

Marmo, export in calo, ma il nostro distretto tiene

L'analisi dei dati Istat rielaborati da Imm

Cave di marmo

Cave di marmo

Carrara, 13 marzo 2019 - Leggera flessione per l'export italiano del marmo, ma il nostro distretto tiene ancora. È quanto emerge dai dati Istat rielaborati da Imm. Lo scorso anno si è concluso con un calo dell’export dei materiali lapidei italiani: il dato finale sulla quantità esportata si attesta in 3.421.162 tonnellate con un valore complessivo di 1.899.315.458 euro, in calo rispettivamente del 11.78 per cento in quantità esportata e del 4.56 se confrontato con i valori in euro del 2017. Anche nel quarto trimestre si conferma la tendenza dei mesi precedenti. Tuttavia prosegue il trend positivo del valore medio unitario, che passa per i blocchi e le lastre di marmo dai 280 euro a tonnellata del 2017 ai 297 del 2018 e per i lavorati dalle 1262 euro a tonnellata ai 1391 euro. Il valore medio unitario del lapideo italiano complessivamente esportato è passato, nell’ultimo anno, a 513 euro a tonnellata, registrando un aumento del 8,2. Nel 2018 sono state esportate complessivamente verso India, Cina, Germania, Stati Uniti 2.038.913 tonnellate per un valore di 1.052.312.831 euro, corrispondenti al 59,91 per cento delle quantità e al 56,32 per cento del valore di tutto l’export lapideo italiano.

Nel corso del 2018 tutti i principali distretti lapidei italiani hanno subito una contrazione del valore delle merci esportate. Sul fronte delle merci lavorate il distretto Apuo versiliese si aggiudica il primato delle esportazioni con un valore di 475,8 milioni di euro in leggero calo rispetto al 2017 di 2,31 punti percentuali. Seguono il Veneto e il comprensorio lombardo. Per quanto riguarda i materiali grezzi esportati è sempre il nostro distretto a dettare il passo, con 248,78 milioni di euro in lieve flessione dello 0,79 per cento rispetto al 2017. Con un valore complessivo delle esportazioni pari a 724,5 milioni di euro il nostro distretto, anche nel 2018, è il primo comprensorio lapideo italiano. Seguito dal veneto, il cui valore complessivo delle esportazione ammonta a 504,8 milioni di euro e dal comprensorio lombardo le cui esportazioni, nel 2018, hanno raggiunto un valore di 164,4 milioni di euro. All’interno del comprensorio Apuo versiliese la provincia detta il passo sui lavorati con un valore complessivo delle esportazioni pari a 344,9 milioni di euro (in aumento del 1,1 per cento), mentre il valore dei materiali grezzi ammonta a 210,8 milioni di euro in lieve calo dello 0,7 per cento. «Flessione esportazioni: mantenere alta la guardia per l’anno corrente». Il presidente Imm Fabio Felici analizza il comparto del marmo: «Gli ultimi mesi del 2018 hanno visto un rallentamento dell’economia occidentale e quella italiana è stata tra le più colpite con riduzione della produzione industriale, degli ordinativi e rallentamento delle esportazioni. Il 2019 si preannuncia essere un anno potenzialmente burrascoso per il commercio internazionale a causa di situazioni molto destabilizzanti come la crisi dei dazi tra Stati Uniti e Cina, con tangibili conseguenze per tutto il commercio mondiale; il protrarsi della fase di stallo della Brexit che sicuramente influirà sui mercati finanziari e sulle economie europee e infine il rallentamento generalizzato dell’economia occidentale che ha portato alla revisione al ribasso di tutti gli outlook economici». Prosegue nella sua analisi il presidente di Imm: «Oltre al difficile quadro macroeconomico che si prospetta per il prossimo periodo, occorre tenere a mente gli enormi passi in avanti sul piano tecnologico, sul piano commerciale e di marketing fatti dalle imprese produttrici di materiali sintetici e ceramici a grande formato, che sempre di più mirano alle stesse applicazioni delle pietre naturali». Per il presidente, dal punto di vista delle azionicontrasto da intraprendere alla luce delle potenziali “minacce” provenienti dal mercato globale e dai nuovi competitor esterni al mercato lapideo: «Occorre sempre di più attuare strategie di marketing comuni che possano permettere alla pietra naturale di competere sui mercati esteri e far fronte rapidamente alle nuove sfide che si prospettano all’orizzonte».