Marina di Carrara (Massa Carrara), 18 luglio 2023 – Il 19 luglio la Geo Barents attraccherà al porto di Marina di Carrara per sbarcare 203 dei 346 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo. A scendere nello scalo apuano saranno soggetti fragili, donne, famiglie e, in tutto, 139 minori.
La nave di Medici senza frontiere proseguirà poi fino a Livorno per sbarcare le restanti persone. La Geo Barents tornerà così nuovamente a Marina di Carrara ad appena 12 giorni dalla volta precedente, quando sotto le Apuane arrivarono 196 migranti.
Interviene Riccardo Gatti, coordinatore dei soccorsi, che descrive le condizioni delle persone. “Noi della nave Geo Barents tra il 15 e il 16 abbiamo realizzato dodici operazioni di soccorso – spiega Gatti - undici delle quali sono state richieste dalla Guardia Costiera italiana. Il tutto è andato avanti per più di trenta ore ininterrotte. Abbiamo poi sbarcato 116 persone della totalità di coloro che avevamo soccorso. In tutto eravamo a bordo in 499, inclusi noi di Medici senza frontiere, e abbiamo proceduto a dirigerci verso il porto di sbarco il ‘place of safety’ (porto sicuro) che ci è stato assegnato dal Ministero dell’Interno”.
E poi è arrivata la comunicazione di “un altro ‘place of safety’ distante giorni di navigazione, in quanto abbiamo ricevuto dapprima l’indicazione di procedere verso Livorno, e poi stamattina abbiamo ricevuto l’indicazione di procedere prima verso Marina di Carrara, dove dovremmo sbarcare 200 persone, circa poco meno della metà di quelle che abbiamo a bordo, per poi dirigerci verso Livorno per completare lo sbarco delle restanti 146 persone”.
“Stiamo vedendo – sottolinea Gatti – un’altra volta che le dinamiche sono molto strane: Livorno da Marina di Carrara dista 70 chilometri ma in nave ci si metterà circa sei ore. Un aumento di ore anche per tutte le attività relative allo sbarco. Vediamo un’altra volta che tra le persone che abbiamo a bordo c’è un elevato numero di donne incinte, di bambini, di bebè e di situazioni - che sono documentate – conseguenti alle gravi violenze di chi ha attraversato la Libia e la Tunisia. Vediamo che gli sbarchi vengono ancora ritardati, e vediamo come la presenza di navi da soccorso nelle zone dei soccorsi viene ritardata. Tutto ciò ha delle conseguenze gravi in materia di rischi per le persone che sono al giorno d’oggi in mare e che sappiamo essere a rischio vita se non vengono soccorse. Se non ci sono navi da soccorso questo rischio è più che evidente”.
Maurizio Costanzo