di Gianluca Bondielli
Venticinque anni senza Alessandro Balloni. Il 7 settembre 1995 si spegneva un indomito tifoso della Massese, il cui coraggio è assurto a simbolo della curva bianconera che proprio a lui si è voluta intitolare. In questi anni il ricordo di Alessandro è rimasto sembre vivido nel cuore degli ultras che ogni domenica ne urlano al cielo il nome. Stavolta è stata mamma Susanna a voler contraccambiare organizzando per martedì 8 settembre un’iniziativa di commemorazione.
"Ho espresso il desiderio di incontrarli allo stadio, con l’appoggio di Don Locatelli che darà loro la benedizione – spiega la madre – e loro hanno subito accolto la mia idea. Gli ultras hanno fatto tanto per Alessandro. Vorrei che per una volta fosse Alessandro a fare qualcosa per i ragazzi. Martedì alle ore 18 ci sarà la santa messa alla chiesa di Lavacchio e poi la sera il ritrovo allo stadio. Il 26 agosto del 1995 Alessandro faceva la sua ultima trasferta. Dopo 25 anni alle 7.50 avevo già fotografie riguardanti Como e messaggi di vicinanza. Come faccio a ringraziare questi ragazzi? Negli ultimi due anni e mezzo la Massese ha accompagnato mio figlio nel miglior modo possibile nel suo calvario. Ha vissuto in modo “normale“ proprio per questa sua passione che chiamare “fede“ non è uno sproloquio. Nel reparto di isolamento, dentro un cubo di materiale plastico che lo teneva isolato dopo il trapianto, Alessandro aveva il suo telefono e, pur con dolori lancinanti, parlava coi ragazzi della curva su come fare la coreografia".
"Come faccio a dare il ringraziamento equivalente a questi ragazzi per una cosa del genere? – si domanda la madre di Alessandro – Posso solo donargli la mia eterna gratitudine. E pensare che mi figlio fece tutto di nascosto: non voleva che nessuno sapesse nulla, soprattutto gli amici della curva. Suo padre si prestava per le trasferte più lunghe come quella di Trieste dove andarono in quattro. Tutto perché lui non rischiasse e gli altri non sospettassero che fosse così grave. Nell’ultima trasferta Alessandro si sentì male e fu trasportato in ospedale e solo allora raccontai ai ragazzi la verità. Da Allora Alessandro gli è entrato nelle vene. Estendo l’invito anche alla Massese perché la società c’era e c’è sempre stata e merita rispetto. E’ doveroso coinvolgerli perché saremo a casa loro".