C’è un derby, quello sugli spalti, che è già iniziato con le interminabili code ai botteghini, le proteste dei tifosi spezzini per il divieto di trasferta con tanto di ricorso al Tar (bocciato) e il malumore di tanti supporter apuani, tagliati fuori per il fatto di risiedere a Luni o comunque nel vicino territorio ligure. E ce n’è un altro, quello vero, sul campo, che sarà, invece, una vera e propria partita a scacchi. L’allenatore Calabro, fine stratega, sta studiando quello che potrebbe essere "l’abito" più adatto per mettere in difficoltà lo Spezia. Domani parlerà nella consueta conferenza stampa dell’anti vigilia ma difficilmente si lascerà sfuggire qualche parola di troppo sui propri piani.
All’andata, come nella sua indole, scelse una formazione d’assalto al Picco con addirittura tre punte dal primo minuto: Panico e Shpendi a supporto di Cerri. Il suo coraggio fu premiato nei primi minuti dal gol a freddo proprio del centravanti scuola Juve ma alla lunga gli azzurri vennero sopraffatti dai rivali. A tre mesi di distanza la Carrarese è matura per riproporre un assetto altrettanto spregiudicato? E’ questa la domanda principale che viene da porsi e la risposta sembrerebbe essere un sì, visto che, soprattutto in casa, la squadra apuana ha dimostrato di poter reggere i tre giocatori offensivi.
I dati dicono che della serie ancora aperta di quattro vittorie interne consecutive la Carrarese ne ha ottenute tre giocando con i due trequartisti Shpendi e Cherubini alle spalle di un attaccante che è sempre cambiato: Capello col Pisa, Cerri col Cosenza e Finotto col Cesena. In mezzo, però, c’è anche il successo col Palermo nel quale Calabro si affidò a un 3-5-2 che rappresenta un modulo nel quale Imperiale e compagni si muovono benissimo e che ha dato nel corso della stagione altrettanti riscontri positivi. Occhio all’assetto ma anche agli interpreti con diversi ballottaggi aperti, soprattutto in mediana e davanti.
Gianluca Bondielli
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