Schietto, diretto, mai banale. Antonio Calabro (nella foto), oltre che per le sue riconosciute doti di allenatore e per i risultati del campo, è diventato il grande beniamino degli sportivi carraresi anche per questo suo carattere genuino, capace di coinvolgere la gente e al tempo stesso di non tirarsi indietro quando ci sono verità scomode da dire. Alcune le ha regalate anche domenica nella conferenza stampa post gara. Una, riferita a qualche non meglio identificato giocatore, è nata da una discussione sulla crescita mostrata da Luigi Cherubini, schierato titolare nelle ultime tre gare. "Era venuto dalla Primavera e doveva ancora capire come approcciarsi al mondo dei professionisti – ha spiegato Calabro –. Ha preso qualche “randellata“ all’inizio e ora lo ha capito. Qualcuno ancora no. Bisogna capire che nel calcio dei “grandi“ ogni palla, ogni passaggio, ogni contrasto fa la differenza tra il vincere e il perdere. Qualcun altro quando lo capirà ci darà una grossa mano". Insomma, chi vuol capire capisca.
Un’altra piccola stilettata è stata inferta al mondo arbitrale dato che nella gara, seguita in tribuna proprio dal designatore Rocchi seduto vicino a Collina, sono risultati decisivi alcuni episodi dubbi. "Nel rigore subito Illanes tocca la palla col gomito senza avere il braccio completamente allargato. L’arbitro, aiutato dal Var, lo è andato a rivedere e lo ha fischiato. E’ una decisione che va accettata. Non posso dire con certezza se ci fosse un fallo di mano analogo a nostro favore nel primo tempo perché non sono state fatte vedere altre immagini. Quello che posso dire è che l’intervento a gamba tesa di Galluppini era da rosso diretto. Vengono a farci le lezioni e per questo anche noi siamo diventati bravini nell’interpretazione di determinati falli anche vedendo tante partite di Serie A".
Calabro, infine, pungolato sulla questione campo, ha ribadito il suo punto di vista. "Giovane e Cicconi mi hanno chiesto il cambio. Non mi era mai successo prima. Quando ho detto che il campo era pesante qualcuno si è risentito ma era una constatazione vera. Non l’ho fatto per attaccare nessuno ma sono un uomo di calcio e queste cose le vedo da 30 anni".
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