Firenze, 3 dicembre 2024 – Dopo otto anni di silenzio, Amedeo Minghi torna con un nuovo album studio, Anima Sbiadita e con un tour teatrale, prodotto da The Boss di Carlo Ritirossi. In Toscana l’appuntamento è il 12 dicembre a Montecatini al Teatro Verdi. Con Amedeo Minghi sul palco un sestetto d'archi e una band composta da Luca Perroni al pianoforte, Giandomenico Anellino alla chitarra, Alessandro Mazza al basso, Stefano Marazzi alla batteria, e dalle voci di Rosy Messina e Giordano Spadafora. Un’assenza discografica e compositiva durata 8 anni (l’ultimo album La bussola e il cuore è del 2016), ora finalmente il ritorno per il pubblico e i tantissimi fan, annunciato qualche mese fa con l’uscita di due singoli (inclusi nel nuovo lavoro). Prodotto da La Sanbiagio Produzioni, su etichetta Nar e distribuzione Warner Music Italy, Anima sbiadita sarà disponibile dall’8 novembre nei migliori negozi e piattaforme digitali, in formato CD e Vinile (quest’ultimo in due versioni, di cui una più prestigiosa a tiratura limitata numerata e autografata su supporto trasparente). Anima sbiadita è anche il titolo del brano che accompagna l’uscita dell’album, in radio sempre dall’8 novembre. Con la collaborazione di Andrea Montemurro (che ha partecipato alla scrittura di alcuni testi) Minghi ci consegna l’album della maturità: undici composizioni inedite (Tu non giochi più; Non c'è vento stasera; Anima sbiadita; I colori dell'est; L'importante è lei (maledetta); Dove sei dove mai; Pensiero a volare; La vita è fatta così; Papillon; Dimenticarsi mai; A.mi ) in cui si allontana dalla materia sognante per incontrare un realismo in cui il tempo, la vita e l’amore sono gli strumenti di conoscenza del mondo e delle cose a cui fa riferimento, declinandoli in ogni canzone. Un concept album, come si faceva una volta, che vuole essere una sorta di viaggio iniziatico, privo di qualsiasi orpello, in cui musica e parole sono le uniche traiettorie da seguire. E come nel romanzo Cent’anni di solitudine del Premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, convivono in Anima sbiadita un universo di solitudini incrociate, di atti mancati e destini ineluttabili. E poi l’amore sincero, che oggi infrange le maschere e dice come stanno realmente le cose. “Ho raccontato ciò che sono, ciò che viviamo" sottolinea Amedeo Minghi "Ci sono volutamente richiami e citazioni che hanno a che fare con la mia storia musicale, ma credo che questo lavoro rappresenti qualcosa di nuovo.” Un album che si presenta in bianco e nero, non c’è finzione, non ci sono compromessi perché è l’autenticità che cerca Amedeo Minghi: un lavoro soprattutto suonato, con tratti imprevedibili, sperimentali, in cui si esprime seguendo esclusivamente la sua voce interiore, l’essenziale. Dalla mente al pianoforte, consapevole del peso emotivo del cuore, l’artista si rivela fin dalle prime note dell’album con sonorità pop rock melodiche del tutto inedite, che stupiscono l’ascoltatore. Arriva poi la voce: calda, tonda, rassicurante, che da oltre cinquant’anni canta l’amore, ma stavolta lo fa spogliandosi, sottraendo: “Non credo più a niente” ripete Minghi nella canzone che dà il titolo all’album. Solo l’uomo di fede, che ha vissuto pienamente, si può permettere di narrare anche le proprie fragilità. Un’ammissione di colpa certo, di responsabilità umana, che commuove e dà modo di riflettere sull’esistenza stessa: “L’anima è in cammino, la strada ancora incerta, forse se ne scorge in lontananza un tratto non ancora definito, le sembianze" conclude Minghi "ma questo è il mistero della vita”. Da visionario della canzone, Minghi è oggi anche un attento osservatore dei tempi e ha saputo raccontarsi in Anima sbiadita, riprendendo un filone a lui molto caro, quello del concept album: era il 1988 quando pubblicò Le nuvole e la rosa; ora l’8 novembre 2024 riprende a narrare in musica altre storie, con il suo inconfondibile stile. Compositore, cantautore, arrangiatore e produttore, Amedeo Minghi ha saputo attraversare la storia della musica italiana con coerenza e maestria. Autore visionario e poliedrico, interprete di autentici gioielli musicali per intensità narrativa, nel corso della sua lunga attività artistica a cavallo tra generi musicali diversi, ha inanellato successi su successi; scritto colonne sonore per la tv, per il cinema, per il teatro; ha composto numerose hit per molti suoi colleghi (Mia Martini, Anna Oxa, Andrea Bocelli, Franco Califano, Mietta, Rita Pavone, Marcella Bella, Ricchi e Poveri). Ha partecipato otto volte al Festival di Sanremo, raggiungendo il terzo posto nel 1990 con "Vattene Amore" in coppia con Mietta. Tra i suoi brani più celebri si annoverano "1950", "L'Immenso", "La Vita Mia", "Cantare è d'amore", "Amarsi è", "Canzoni", "Notte Bella Magnifica". Ha musicato testi sacri come "Il Cantico delle Creature" e "Le Beatitudini", e dedicato un brano a Papa Giovanni Paolo II intitolato "Un uomo venuto da lontano". Ha anche composto le colonne sonore di "Fantaghirò", serie fantasy conosciuta in tutto il mondo. Tra i parolieri con cui ha collaborato, Gaio Chiocchio e Pasquale Panella hanno avuto un ruolo significativo: Chiocchio con testi cinematografici e pieni di speranza, Panella con una visione intimistica e turbolenta dell'amore.
Cosa FareMontecatini, Amedeo Minghi in concerto al Teatro Verdi