Pescia (Pistoia), 16 maggio 2019 - La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa della Corte di Appello di Firenze nell’aprile dello scorso anno, condannando a quattro anni di reclusione e al risarcimento dei danni morali un settantenne di Uzzano, che è stato ritenuto definitivamente colpevole di abusi sessuali ai danni di un bambino di appena 8 anni di età. I fatti contestati risalgono a un periodo fra il 2008 e il 2009.
All'epoca, la madre del bambino, separata, dovendo assentarsi spesso da casa per motivi di lavoro o altre commissioni urgenti, era solita affidare il piccolo a una coppia di anziani coniugi pensionati, che abitavano non lontano dalla sua casa. L’uomo, che in quel tempo aveva 61 anni, quando la moglie usciva momentaneamente di casa, metteva in atto il suo piano criminoso, abusando sessualmente del bambino.
La madre del piccolo si era presto accorta che qualcosa non andava, ma lui non voleva proprio parlarne, aumentando così i suoi terribili sospetti. Il bambino si limitava a dire: «Mamma, mi sento sporco». La madre decise allora di consultare un noto avvocato pesciatino, Alessandro Petrocchi. A lui, dapprima più che a sua madre, il piccolo raccontò ogni cosa insieme a ogni raccapricciante particolare. «Fin da subito – dice oggi l’avvocato Petrocchi – riuscii a parlare di quello che gli stava accadendo. Diceva che erano cose da “parlarne tra uomini”. Il bambino spiegò i fatti con assoluta lucidità, avvalendosi spesso anche di disegni che confermavano in modo inequivocabile le violenze che stava subendo».
Il bambino fu sottoposto anche alla perizia di un neuropsichitra infantile, il quale confermò le violenze subite. «Chiesi che fosse un uomo – aggiunge Petrocchi – perché a quel punto il bambino si era convinto che quella fosse una cosa che riguardasse noi uomini». Stando a quanto+ emerso nel corso dei dibattimenti, le violenze avevano luogo nell’appartamento dell’anziana coppia a Uzzano e in altra abitazione situata a Castelvecchio Valleriana – in particolare in alcuni locali adibiti a rimessa per gli attrezzi – dove entrambe le famiglie avevano delle proprietà. In seguito alla condanna passata ormai in giudicato, l’uomo è stato pertanto arrestato dai carabinieri della caserma di Pescia. «E’ finito finalmente un incubo – ha concluso l’avvocato Alessandro Petrocchi – anche se rimarranno certamente cicatrici e ferite. Ma l’amore della famiglia e delle persone che stanno ora circondando il ragazzo potranno risarcirle».