REDAZIONE MONTECATINI

"Caccia" ai due baby-bulli della stazione

Offese e botte a un dodicenne che è dovuto ricorrere alle cure dei medici. I militari stanno esaminando le varie telecamere

Sull’episodio stanno indagando i militari della stazione di Pescia (Foto di repertorio)

Pescia, 2 giugno 2022 - E’ caccia ai due bulli che nel tardo pomeriggio di lunedì hanno picchiato un dodicenne alla stazione, senza che le persone presenti muovessero un dito. La vittima, nonostante lo choc per l’aggressione, è stato molto preciso nel racconto che ha fatto nella caserma dei carabinieri dove si è recato con la mamma per sporgere denuncia. Ai militari ha fornito una descrizione dei coetanei che prinma l’hanno circondato, poi hanno cominciato a offenderlo e infine a picchiarlo selvaggiamente. Uno dei due era biondo e indossava una maglietta con il famoso stemma della Sardegna, i quattro mori, sul petto. L’altro aveva una carnagione scura e secondo quanto raccontato dal ragazzino potrebbe avere origini nordafricane. I due sono poi saliti su un treno in direzione di Lucca. Una delle ipoptesi investigatie è che i due provenissero proprio dalla Lucchesia: la vittima ha anche detto di non averli mai visti in città, nonostante avessero più o meno la sua stessa età. Gli investigatori stanno vagliando le telecamere poste anche nelle stazioni nel tratto tra Pescia e Lucca. Così c ome quelle nella città dei fiori per ricostruire gli spostamenti dei due bulli.

La vittima dopo l’aggressione è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale dove ha ricevuto una prognosi di dieci giorni ed ha avuto una dimissione protetta. Per tre giorni dovrà rimanere a casa in osservazione. Ma ovviamente quello che fa più male è il lato psicologico dela vicenda. La madre, come ci ha detto, sta già contattando uno psicologo. Non solo la giovane vittima, ma tutta la famiglia è rimasta molto scossa dalla vicenda.

L’aggressione ha anche messo in evidenza due problemi, quello dell’abbandono della stazione ferroviaria e poi il fatto che nessuno degli adulti presenti abbia pensato a intervnire. Come ha giustamente detto la mamma "la violenza dei colpi difficilmente poteva essere scambiata per un gioco un po’ manesco fra compagni".