Al Verdi arriva Marcorè. Ecco Sherloch Holmes

Sabato il musical in anteprima nazionale con protagonista l’attore marchigiano "Un personaggio spettacolare, come le sue deduzioni. Mi affascina la sua mente".

Al Verdi arriva Marcorè. Ecco Sherloch Holmes

È uno degli attuali artisti divenuto, per bravura e simpatia, familiare al pubblico, un po’ come accadde ai grandi dello spettacolo del secolo scorso. Sabato prossimo, dalle 21 al Teatro Verdi di Montecatini Terme, lo vedremo calcare il prestigioso palcoscenico nel ruolo di Sherlock Holmes, nell’omonimo musical in anteprima nazionale per la regia di Andrea Cecchi, coautore con Alessio Fusi ed Enrico Solito (musiche di Andrea Sardi e liriche di Fusi). È Neri Marcorè da Porto Sant’Elpidio, da 32 anni residente a Roma, tifoso di Ascoli e Juventus e valente calciatore della Nazionale cantanti, che da ragazzo guardava tv e teatro e ascoltava musica e oggi è campione d’ecletticità: attore, regista, imitatore, conduttore radiotelevisivo, cantante, doppiatore. Bravo in tutto, ma eccelle? "Non sta a me dirlo. Mi piace diversificare, cambiare, per non sedermi sulle cose che faccio: il rischio è la routine. Nei primi anni della carriera c’è stata più televisione, le imitazioni, che hanno attecchito. C’è tanta gente che mi segue a teatro. Il cinema, poi, con la mia prima regia, ‘Zamora’: continuano ad arrivare i complimenti. E la musica, i concerti dal vivo".

Rovesciamo la domanda: in che cosa potrebbe migliorare?

"In tutto e sempre. L’esperienza fa sì che si migliori, se hai voglia di metterti in gioco: non sono quello né di 5 né di 15 anni fa. Si affinano gli strumenti, a mano a mano che si va avanti".

Anche nella vita è così, divertente e divertito, come sul palco, sul set e in tivù?

"Bisognerebbe chiederlo agli amici, ma direi di sì. Tante volte mi dicono ‘sei uguale a come ti vediamo’. Essere sé stessi è più semplice, ma non significa che non manchino momenti di cupezza".

Che Sherlock dobbiamo attenderci?

"È un personaggio interessante, affascina il suo modo di ragionare, è divertente il rapporto con il dottor Watson. Può essere brusco, va dritto alla risoluzione del caso per far trionfare giustizia e verità. È spettacolare: le sue deduzioni sono strepitose".

È un habitué di Montecatini.

"Ci sono stato varie volte, la primissima nel ’91. In quella occasione, conobbi I Ladri di biciclette e Luca Barbarossa, con cui siamo diventati amici e abbiamo lavorato in radio e a teatro. Ho degli amici in zona. Ci sono stato anche qualche anno fa per ‘Cavalli di battaglia’ di Proietti".

Quali sono stati i suoi artisti di riferimento?

"Me ne piacevano tanti: sono di una generazione che ha potuto ammirare il versatile Proietti, l’ironico Corrado, il surreale Raimondo Vianello, la comicità di Troisi, il Verdone di ‘Non Stop’, il cinema di Sordi".

Programmi futuri?

"Nel presente, molto teatro: sarò impegnato con ‘Sherlock Holmes’ sino al prossimo gennaio, da febbraio riprenderò ‘La Buona Novella’ sino ai primi di maggio. Poi, i concerti con la band, ove mi cimento nel repertorio di De André, Gaber o di cantanti stranieri che amo. E il cinema, perché le grandissime soddisfazioni, di scrittura, riprese e montaggio, ottenute da ‘Zamora’ mi invitano a continuare. Se c’è una cosa che mi riconosco, è di essermi fatto trovare pronto, variando, una volta terminato un progetto. Cosa che feci anche per il doppiaggio". Ora silenzio in sala: c’è da divertirsi con intelligenza. Marcorè è Sherlock Holmes.

Gianluca Barni