Lo scossone forte è arrivato con la serie, ’Supersex’. Ci ha rivisto la sua vita, precisa, fedele, e soprattutto non sempre in discesa. E allora a Rocco Antonio Tano – per tutti, Rocco Siffredi, un nome un brand – è capitato in più di un’occasione pubblica di lasciarsi andare davvero. E non in quel senso che lo si è abituati a conoscere. "Sì, ho pianto, lo dica pure". "È che sta diventando vecchio", lo prende in giro la moglie Rózsa Tassi. Sono insieme Rocco e Rosa mentre li raggiungiamo per parlare di ’Siffredi racconta Rocco’, debutto teatrale per il re del porno che farà tappa anche da noi (al Teatro Verdi di Montecatini il 7 febbraio alle 21, biglietti su TicketOne; regia di Paolo Ruffini, Vera Produzione). E sono insieme anche su quel palco. "Sono sempre rimasta dietro le quinte, mai davanti. Stavolta invece è diverso. E così è molto intenso", dice Rosa. "Abbiamo deciso insieme di fare questa esperienza. Bellissima. Primo, perché sei a contatto diretto col pubblico. E poi perché ti metti a nudo, di quella nudità che non riguarda i vestiti".
Il teatro non è il set, buona la prima per forza. Si sente di più qui l’ansia da prestazione?
"Per me è sempre stata buona la prima (ride, ndR). Ma l’ansia da prestazione a teatro c’è, è normale. Certo, stavolta non sarà quella della prima, siamo in giro da un po’. Ma Montecatini è la prima del 2025 dopo due mesi di stop. Devo ripassare tutto, ma allo stesso tempo non voglio farlo: voglio mantenere la naturalezza".
Ex pornostar, leggenda, attore, padre, marito, pensionato: chi è lei oggi?
"Ognuno di questi. Esco la mattina e fino a sera è un susseguirsi di battute: ‘Rocco, sei una leggenda’, mi dice qualcuno; ‘Rocco, quando in tv ti esprimi e piangi per i tuoi figli fai commuovere anche noi’. Poi ci sono anche i ragazzi: ‘A vecchio, ritirati!’".
L’imbarazzo come costante della sua vita. Forse più provocato, ma lei l’ha mai provato?
"Lo sento molto più oggi che agli inizi. Allora l’imbarazzo era per la mia lingua abruzzese che non riuscivo bene a gestire. Era una catastrofe, uno stress a ogni intervista. Ho dovuto cercare lavoro presto, con gli studi mi sono fermato alla terza media. Poi ho preso un attestato da tecnico per far contento papà. Altri imbarazzi li ho vissuti attraverso i miei figli, per il lavoro".
È un consumatore di porno?
"Ogni tanto sui siti porno ci vado. Per vedere cosa esce, gli attori, le attrici. A volte anche per masturbarmi. Ma il porno classico è morto, credo definitivamente da quando ha preso piede OnlyFans. Il che rappresenta un grosso problema sociale. Dici ‘porno’ e scateni paure e pregiudizi. Dici ‘OnlyFans’ e va tutto bene. Ragazzini, ragazzine e genitori prendono tutto troppo alla leggera. Io invece ho visto ragazzine deluse da OnlyFans sbarcare nel porno con grandi difficoltà psicologiche addosso. Negli anni ’90 io ero molto più in condizione di vivere il sesso in modo libero".
Come va la sua Siffredi Academy?
"Me ne occupo coi miei figli. Nasce con un imperativo: sincerità e nessun tabù. Parliamo anche di prevenzione delle malattie sessuali, facciamo educazione. Alcuni miei colleghi vanno dicendo che voglio screditare i pornostar. Io invece voglio solo far capire ai ragazzini che i pornodivi non sono supereroi con l’erezione continua. Io non mi professo né medico, né psicologo. Voglio solo creare una piattaforma senza tabù che sia educativa a 360°".
Dopo il teatro che altra esperienza resta da provare?
"Ho compiuto 60 anni, vivo una nuova sfida. È che io il pensionato non riesco a farlo. Il corpo invecchia, la faccia pure. Ma la testa no e allora cerco nuove cose da fare. Ma la vera gioia adesso è farla in family".
linda meoni