MARTINA VACCA
Cronaca

Le spilla quasi un milione in 5 anni. Anziana raggirata dal "fidanzato"

Lui, imprenditore spezzino, è accusato di circonvenzione d’incapace e autoriciclaggio. A processo. Avrebbe corteggiato la sua vittima e le avrebbe promesso un matrimonio d’amore, mai concretizzato

Tribunale in una foto di repertorio

Tribunale in una foto di repertorio

La Spezia, 20 settembre 2023 - Quasi un milione di euro sottratto in cinque anni. Un pegno d’amore, che lei gli avrebbe concesso giorno dopo giorno, attratta dalla promessa di poter coronare il loro sogno di vita insieme. Una prospettiva di fatto mai avveratasi. Ed è con l’accusa di circonvenzione d’incapace e auto riciclaggio che un imprenditore di 60 anni, originario della Spezia ma residente a Montecatini, è stato rinviato a giudizio.

Ieri mattina il giudice Luca Gaspari ha accolto la richiesta della Procura di Pistoia, disponendo il processo: la prima udienza è fissata per l’8 maggio davanti al giudice Stefano Billet. L’uomo è difeso dagli avvocati Stefano Panconesi e Stefano Bonacchi del foro di Pistoia. La donna, oggi quasi 80enne, originaria della Svizzera ma residente a Montecatini, è rappresentata dall’avvocato Sabrina Serroni.

La storia tra i due sarebbe iniziata nel 2014 e sarebbe andata avanti per cinque anni, fino al 2019. L’incontro nella sala d’attesa di uno studio professionale e all’uomo era bastato poco per tendere alla sua vittima una vile trappola. Per anni la donna non si sarebbe accorta di ciò che il suo promesso sposo la induceva a fare: spogliarsi di tutti i suoi beni per trasferirli a lui. Perché sul piatto c’era proprio questo: la promessa di un matrimonio e un amore mai consumato.

I militari della compagnia della guardia di finanza di Montecatini arrestarono l’imprenditore nel 2019, al termine di una complessa indagine, fatta di analisi sui conti bancari dei due, e diretta dal sostituto procuratore Giuseppe Grieco, ieri sostituito dal pm Luisa Serranti. Nel sequestro, scattato al termine delle indagini, erano finiti soldi e beni per 980mila euro, tra cui tre appartamenti, tra Monsummano e Uzzano.

Puntuali le analisi svolte dai finanzieri, che hanno tracciato ogni passaggio di denaro e le modalità con cui veniva reimpiegato. Quando i due si erano conosciuti, la donna già vedova, si trovava in un momento di fragilità psicologica ed era finita nella rete che lui le aveva teso. In una occasione, la sera di Natale, sola e triste si sarebbe recata sotto casa del suo promesso sposo, con il desiderio di incontrarlo, dal momento che lui non le rispondeva al telefono. Per questo, avrebbe suonato ai citofoni degli altri inquilini dello stabile. E anche in quella occasione, lui si sarebbe preso gioco di lei: il giorno dopo, le avrebbe richiesto la somma di 70mila euro, necessaria, secondo lui, a risarcire i condomini del disturbo che la sua compagna avrebbe arrecato loro. Ma le richieste erano continue e lei non si era mai sottratta.

M.V.