
Patrizia Martucci, giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pistoia, ha rinviato a giudizio, su richiesta dei pubblici ministeri Claudio Curreli (foto a sinistra) e Leonardo Di Gaudio, Andrea Ceccobelli, avvocato di Montecatini, per l’accusa di utilizzo indebito di carta di credito e alcune ipotesi di appropriazione indebita. Tre ipotesi di quest’ultimo reato emerse all’inizio dell’indagine sono state archiviate, alleggerendo la posizione dell’imputato, e il legale ha già sporto due denunce per calunnia. Ceccobelli che ha scelto di farsi giudicare con rito ordinario è difeso dai colleghi Giovanni Cantelli (foto a destra), del Foro di Napoli Nord e Luca Innocenti del Foro di Pistoia. Alcuni clienti del professionista, secondo gli inquirenti e le testimonianze raccolte, avrebbero ricevuto meno soldi, oltretutto in contanti, rispetto al risarcimento versato dalle compagnie assicurative su conti correnti dei quali gli interessati non sapevano di essere titolari. Ceccobelli replica che "l’apertura dei conti correnti avveniva con la delega del cliente e la procedura era effettuato da un funzionario di banca regolarmente autorizzato. Il rimborso assicurativo veniva dato al cliente, venivano pagati i medici e trattenuti gli onorari dovuti. Le appropriazioni indebite rimaste in giudizio riguardano cifre minime, come 150 e 400 euro. Cifre irrisorie per le quali nessun professionista dall’indole criminale metterebbe a rischio la propria carriera. Peraltro, taluni versamenti erano imputabili a spese mediche che venivano da me anticipate, come di consuetudine per la trattazione dell’infortunistica stradale ". Poche settimane fa, la Corte di Cassazione annulla per mancanza di elementi sufficienti l’ordinanza del Giudice delle indagini preliminari (Gip) del tribunale di Pistoia, che disponeva un sequestro preventivo per oltre 80mila euro nei confronti dell’avvocato Ceccobelli. La seconda sezione penale della suprema corte La seconda sezione penale della Corte di Cassazione presieduta dal giudice Sergio Di Paola, ha disposto l’annullamento dell’ordinanza impugnata, con rinvio al tribunale di Pistoia per un nuovo esame relativo alla quantificazione delle somme che, secondo l’accusa, costituirebbero il profitto dei reati contestati. Daniele Bernardini