REDAZIONE MONTECATINI

Arresto al pronto soccorso. Prende a calci il medico. Donna finisce in manette

L’episodio è avvenuto all’ospedale di Pescia nel pomeriggio di domenica. L’intervento di una pattuglia della polizia ha portato al fermo della signora.

L’ingresso dell’ospedale di Pescia

L’ingresso dell’ospedale di Pescia

Lo ha colpito all’improvviso, con un calcio violentissimo. Un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Pescia, domenica scorsa, è stato aggredito per futili motivi da una donna di origine straniera. I pazienti e i famigliari presenti nell’ala della struttura sanitaria della Valdinievole hanno assistito alla scena, ormai troppo frequente negli ospedali italiani, con grande paura e sconcerto. Il personale medico e sanitario presente negli ambulatori del pronto soccorso ha capito subito di essere alle prese con un soggetto molto pericoloso. Non c’era tempo da perdere ed è stato chiamato subito il numero unico di emergenza 112.

All’ospedale è giunta subito una pattuglia del commissariato di Pescia. Gli uomini della polizia di Stato, questa volta, hanno potuto agire con uno strumento più efficace a disposizione. Per la prima volta in Valdinievole, infatti, è stata applicata la riforma approvata lo scorso ottobre dal consiglio dei ministri per combattere la violenza nei confronti del personale medico e sanitario in Italia. La donna infatti, dopo essere stata fermata, è stata arrestata, in base alla normativa che prevede l’applicazione di questo provvedimento non solo in flagranza, ma anche in differita, fino a una distanza di 48 ore dai fatti avvenuti.

Troppi episodi come questo e tanti altri ben più gravi sono accaduti in Italia negli ultimi anni, creando rischi e problemi alle persone che ogni giorno svolgono il loro lavoro con tanta dedizione per il benessere degli altri. Tutti i presenti hanno osservato con un sospiro di sollievo la donna mentre veniva portata via dagli agenti del commissariato, che in pochi minuti hanno ripristinato le condizioni di sicurezza per poter lavorare nella struttura. Secondo i dati diffusi dal Ministero della salute, nel 2023 sono state oltre 16mila le segnalazioni complessive di aggressioni a operatori sanitari sull’intero territorio nazionale, per un totale di circa 18mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate. La maggioranza delle vittime, purtroppo, sono donne.

La legge, tra l’altro, ha inserito un nuovo comma nell’articolo 635 del codice penale che punisce chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie – siano esse pubbliche o private – con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto di lesioni personali contro personale sanitario distrugge, disperde, deteriora o rende inservibili cose destinate al servizio sanitario o socio sanitario. La pena è la reclusione da uno a cinque anni e la multa fino a 10mila euro. Il decreto, dunque, introduce una specifica ipotesi di danneggiamento applicabile quando il fatto è commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie.

Daniele Bernardini