DANIELE BERNARDINI
Cronaca

"Abuso d'ufficio e inadempienze, serve il processo": il bike sharing diventa un caso

Montecatini, quattro le persone indagate fra cui un ex dipendente del comune e il presidente di "Bicincittà"

L’attività di bike sharing era partita nel 2015: è stata fin da subito oggetto di polemica

Montecatini Terme (Pistoia), 8 gennaio 2020 - Il caso del bike sharing potrebbe sfociare in un processo penale. Linda Gambassi, pubblico ministero della procura di Pistoia, ha depositato una richiesta di rinvio a giudizio per il pistoiese Fabio Caggiula, ex responsabile dell’ufficio lavori pubblici del Comune, da fine dicembre trasferito a Quarrata, e Pietro Giuseppe Drago, presidente di Bicincittà, società con sede a Torino che si è occupata del servizio di bike sharing a Montecatini.

La richiesta riguarda anche Gian Marco Satta e Fabio Murace direttori rispettivamente dei lavori strutturali e dell’esecuzione del contratto ed entrambi residenti in Piemonte. Il responsabile dell’azienda, in base all’articolo 355 del codice penale, è accusato di inadempimento di contratto di fornitura pubblica, per non aver rispettato quanto previsto in quello stipulato nell’ottobre del 2015 con il Comune di Montecatini, non consegnando tutte le biciclette e anche i mezzi a quattro ruote previsti e facendo così mancare cose necessarie al funzionamento di un pubblico servizio. Drago, insieme a Caggiula, Murace e Satta, è anche accusato di abuso d’ufficio in concorso.

Secondo la magistratura, le persone coinvolte hanno procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Bicincittà, cagionando al Comune di Montecatini un danno. Caggiula, secondo le accuse del pubblico ministero, avrebbe attestato falsamente l’avvenuta regolare esecuzione del contratto. Murace, invece, avrebbe certificato l’ultimazione dei lavori, vistata da Satta e Caggiula. Bicincittà, secondo gli inquirenti, avrebbe così conseguito un ingiusto profitto di 419mila euro, pari al corrispettivo versato dall’amministrazione comunale con mandato del 23 dicembre 2015.

Caggiula, Murace e Satta sono anche accusati di falso ideologico in concorso. L’ex responsabile dell’area tecnica del Comune, secondo il pm, avrebbe attestato falsamente la regolare esecuzione del contratto di concessione, quando in realtà le biciclette e i mezzi a quattro ruote non erano state integralmente consegnati. Murace e Satta avrebbero certificato l’ultimazione dei lavori il 30 giugno 2015 e poi sottoscritto l’attestazione di regolare esecuzione del contratto. L’attività del bike sharing era partita il 26 ottobre del 2015, grazie a un finanziamento di 600mila euro erogato alla Regione, a copertura totale dei costi di realizzazione delle strutture e della gestione fino al 2021.

Undici postazioni, installate in varie zone della città, avrebbero dovuto offrire a cittadini e turisti la possibilità di utilizzare 105 biciclette a pedalata assistita e dieci vetture elettriche per spostarsi da una zona all’altra di Montecatini. Il progetto ha subito registrato un ritardo nella partenza, a causa del fallimento dell’azienda produttrice dei mezzi utilizzati. Il capitolato di gara, a causa di ferree regole burocratiche, prevedeva che dovesse trattarsi per forza di quelli previsti. Come se non bastasse, ancora prima, l’esito della gara era stato contestato da un’azienda esclusa che aveva fatto ricorso al Tar, vedendo respinte le proprie richieste.

Le biciclette a pedalata assistita, però, non sono mai arrivate alle 105 previste, rimanendo a un numero assai inferiore, mentre il servizio di bi ke sharing ha registrato subito serie difficoltà a decollare a Montecatini. Nel dicembre del 2017, Bicincittà comunicò all’amministrazione che nelle stazioni allestite a Montecatini era avvenuta una serie di furti e atti di vandalismo, con la sottrazione di mezzi, batterie, ruote e altri pezzi. Il gestore, al fine di evitare altri colpi, decise di togliere tutti i mezzi dalle postazioni. Da tempo, ormai, non sono più nemmeno in vendita le tesserine per l’abbonamento. Nell’ottobre del 2017, l’ex consigliere regionale Carlo Maltagliati ha presentato un esposto alla procura di Pistoia sul caso.