
Adriano Dall’Olio con la moglie Alda Biscioni e il cagnolino Pedro
Marliana (Pistoia), 27 marzo 2020 - Sono riusciti a tornare a casa a Marliana dall’isola di Fuerteventura ed hanno ricevuto l’abbraccio – per ora solo virtuale, viste le restrizioni imposte dal coronavirus, ma corale e pieno di affetto - da parte di un intero paese, che li seguiva da giorni via social, chiedendosi quando avrebbero potuto fare ritorno in patria. Adriano Dall’Olio e la moglie Alda Biscioni sono tornati in Italia grazie al loro spirito di iniziativa, alla familiarità con gli strumenti digitali ed ai contatti che hanno saputo intrecciare con il Consolato italiano.
"Da mercoledì notte, appena rientrati – raccontano - ci siamo messi in quarantena volontaria, nella nostra abitazione, anche se non abbiamo mai presentato sintomi e ci sentiamo in buona salute, come è giusto fare – sottolineano – per rispettare le regole, per la nostra sicurezza e per quella degli altri". Alda racconta: "Eravamo sull’isola di Fuerteventura, a Corralejo. Era la prima volta che andavamo là. In precedenza eravamo stati a Tenerife, che è più frequentata dai turisti, ma anche Fuerteventura è un luogo ugualmente incantevole. Siamo partiti il 3 marzo, per un viaggio organizzato da gennaio, quando non percepivamo il rischio legato al coronavirus come lo percepiamo oggi. E’ chiaro che, ora come ora, non avremmo organizzato nessun viaggio e che se il giorno della partenza fosse stato, invece del 3 marzo, anche soltanto qualche giorno dopo, non saremmo più partiti. Il 3 marzo non era ancora stato chiuso tutto e non avevamo un’idea chiara della reale entità del problema. Una settimana di differenza e sarebbe stato tutto diverso. Abbiamo preso un volo con il nostro piccolo Pedro, il nostro amato cagnolino da cui non ci separiamo mai. Sull’isola, avevamo preso una casa in affitto. Sono stati bei giorni, in cui andavamo in spiaggia, al ristorante, come in una qualunque normale vacanza. Sabato 7 marzo, invece, tutto è cambiato: è giunta notizia anche là a Fuerteventura che, da lunedì 9 marzo, sarebbe stato tutto chiuso e, infatti, gli abitanti hanno cominciato ad adattarsi alle misure precauzionali già da domenica 8 marzo, secondo le disposizioni restrittive vigenti in Spagna. Anche noi siamo stati chiusi in casa dal 9 marzo. Andavamo a far spesa al supermercato, a distanza l’uno dall’altro, entrando due per volta e non certo tutti i giorni. C’era un controllo molto efficiente e costante della polizia. Avevamo la tv in casa, guardavamo i telegiornali e mantenevamo i contatti attraverso i social network. Avevamo, però, un po’ di ansia – ricorda - perché lontani dal nostro Paese e poi perché c’è un solo ospedale in tutta l’isola, una lingua diversa, un diverso sistema sanitario; il pensiero dei nostri cari in Italia era costante. Il nostro volo di rientro, previsto per il 12, era stato cancellato e spostato al 5 aprile, poi anche questo volo è stato cancellato e spostato al 6. Abbiamo pensato di cercare altre soluzioni, contattando via e-mail il consolato, la Farnesina ed io ho persino scritto a Canale 5. Il consolato ha risposto con grande gentilezz a e vogliamo ringraziare per questo. Ci hanno proposto alcuni voli. Ho prenotato il volo on line; naturalmente, abbiamo pagato il viaggio di tasca nostra, per fortuna avevamo internet. Siamo dovuti andare all’aeroporto con due taxi distinti, perché, per le norme restrittive, non potevano portare più di una persona, quindi il tragitto ci è costato il doppio. Ci hanno messo in fila per fare il check in a rigorosa distanza. Sull’aereo ci hanno fatto compilare l’autocertificazione e prescritto di stare in quarantena e di segnalare il ritorno all’Asl, al Comune, al medico curante. A Roma, abbiamo ripreso l’auto parcheggiata là da un mese e abbiamo fatto il tragitto fino a Marliana, arrivando quasi a mezzanotte del 25 marzo. Una volta giunti a casa, abbiamo pubblicato un post su facebook con scritto: "Rientrati. Ce l’abbiamo fatta", ricevendo tanti commenti pieni di affetto, per i quali Adriano ed io vogliamo ringraziare tantissimo tutti quanti". Valentina Spisa