Bonus facciate, sequestrati 5 milioni di euro

Operazione della guardia di finanza porta alla scoperta di reati ai danni dello Stato. Indagate 29 persone per lavori a Roma e Abano Terme

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Oltre cinque milioni di euro sequestrati e 29 persone indagate. Il comando provinciale della guardia di finanza di Pistoia, coordinato dalla procura della Repubblica, con il supporto di altri reparti del corpo competenti per territorio, hanno portato a termine una vasta operazione di polizia in Toscana e in contemporanea in Piemonte, Veneto e Lazio. Titolare dell’indagine è il pm Leonardo De Gaudio.

Le fiamme gialle hanno eseguito il provvedimento del Gip che ha disposto il sequestro d’urgenza di 5.139.000 euro di falso credito, relativo al bonus facciate. I militari hanno eseguito 15 perquisizioni locali e personali nei confronti di persone fisiche e giuridiche, tra le quali società proprietarie di immobili di prestigio e noti professionisti della zona, che risultano coinvolti a vario titolo, in un articolato e complesso sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, con base operativa a Montecatini e ramificazioni in Italia e all’estero, dedito alla truffa aggravata nel contesto del conseguimento e commercializzazione dei crediti d’imposta relativi al bonus facciate.

In particolare, le indagini si sono focalizzate sull’operatività di una impresa di Pescia, operante nel settore edile. La società, secondo gli inquirenti, ha emesso nei confronti di società proprietarie di rinomati alberghi in località turistico termali fatture per lavori mai effettuati, con la modalità dello sconto in fattura e la contestuale cessione del credito, riconosciuto dall’amministrazione finanziaria alla citata società.

L’indagine condotta dalla guardia di finanza scaturisce dall’analisi sull’origine dei crediti effettuata tramite l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, incrociata con le indagini sul campo e l’acquisizione, già operata, di copiosa documentazione amministrativo-contabile anche negli enti locali preposti al rilascio delle autorizzazioni all’esecuzione di interventi di restauro di immobili di pregio.

Due imprenditori sarebbero indagati insieme ad altri titolari di ditte dell’indotto edile, chiamate ad eseguire (secondo la Procura solo per figura) singole parti del cantiere e infine i proprietari degli immobili sui quali si sarebbero svolti gli interventi, che sarebbero di Roma, Santa Marinella e Abano Terme. Uno di questi immobili è una caserma dei carabinieri in affitto da un privato. L’accusa per tutti è di evasione dell’Iva e frode ai danni dello Stato (articolo 640 bis del codice penale). L’indagine però è destinata ad allargarsi, perché sarebbero molti altri i cantieri su cui sono in corso i controlli. Per ognuno vanno svolti diversi sopralluoghi e controllata tutta la movimentazione bancaria di chi esegue i lavori.

Secondo la Procura, i titolari delle imprese si aggiudicavano gli appalti dai committenti privati (ovviamente compiacenti) e subappaltavano una parte degli interventi. Il bonus facciate poi veniva spartito tra tutti: impresa titolare del cantiere, impresa di supporto (che riceveva in subappalto delle finte commissioni) e proprietario dell’immobile. Secondo gli inquirenti quei cantieri sarebbero del tutto inesistenti, cioè mai avviati, mentre secondo gli indagati sarebbero tutti effettivi, anche se non ancora conclusi.