Arianna Fisicaro
Cronaca

La cassa di espansione naturale, il Padule ha funzionato ancora: “Il nostro scudo anti-alluvioni”

L’area umida ha evitato l’allagarsi delle zone limitrofe. Ora le acque defluiranno in due settimane

Il Padule di Fucecchio visto dall’alto nei giorni dell’alluvione (Pamela Doretti)

Il Padule di Fucecchio visto dall’alto nei giorni dell’alluvione (Pamela Doretti)

Valdinievole (Pistoia), 18 marzo 2025 – Il Padule di Fucecchio ha messo tutti miracolosamente d’accordo: ambientalisti, proprietari terrieri, cacciatori e Consorzio di Bonifica. È indiscussa e sotto gli occhi di tutti la funzione fondamentale che ha svolto l’area umida nostrana sulla protezione delle zone abitate della Valdinievole. L’acqua raccolta dal bacino del Padule, da 300 anni ormai mette in sicurezza perfino le zone dei comuni rivieraschi più a rischio, come Ponte Buggianese.

"Se il Padule si intende come cassa di espansione funziona alla meraviglia, se si vuole trasformare in zona esclusivamente ambientalista allora dovremo fare i conti con i disastri – ha detto il sindaco di Ponte Buggianese Nicola Tesi – è proprio adesso che non va abbassata la guardia, perché essendoci stata la piena dell’Arno quanto prima dovranno essere riaperte le cateratte a Santa Maria a Monte, per permettere di far scendere il livello dell’acqua anche qui. Il Padule è una formidabile e inesauribile cassa d’espansione che deve essere mantenuta e manutenuta. A Ponte non vi è stato infatti nessun danno sebbene si sia un territorio tutto a piano e con 2 metri di dislivello. Ho intanto chiesto al Genio di valutare l’apertura della paratia a Montecalvoli da almeno giovedì in modo che il nostro Padule sia in grado di far defluire le acque in modo naturale come fa per circa 15 centimetri al giorno. Già da oggi comunque si dovrebbe registrare l’inizio del calo”.

Anche i proprietari terrieri sono d’accordo sulla funzione del Padule, adesso completamente allagato. "Erano 20 anni che non registravamo acqua così alta in Padule – ha detto Patrizio Zipoli, dell’associazione proprietari terrieri – Nonostante l’area abbia accolto acqua al pari di quella dei tempi dell’alluvione, il Padule ha dimostrato che è una cassa d’espansione naturale che funziona in modo formidabile. Per far defluire l’acqua raccolta adesso ci vorranno circa 10 o 15 giorni, tutto sta anche dalle condizioni dell’Arno da un lato e del mare dall’altro. Perché se dovesse tirare libeccio o le condizioni del mare non fossero favorevoli ad accogliere l’acqua di deflusso, i tempi si allungherebbero. Se l’Arno lo permettesse adesso sarebbe l’ora di aprire le cateratte a Santa Maria a Monte”.

Intanto il Consorzio di Bonifica sta facendo le valutazioni di una situazione che vede decine di milioni di metri cubi d’acqua nella zona palustre. "Il Padule funziona da secoli – ha detto il presidente del Consorzio Maurizio Ventavoli – e adesso è al colmo perché l’Arno è ancora in piena e le cateratte vinciane sono chiuse. Affinchè mantenga questa capacità di cassa d’espansione naturale bisogna stare solo attenti a come deve essere gestita la sua manutenzione, secondo una normativa che è molto complessa”.

Secondo gli ambientalisti tuttavia il Padule è molto di più di una cassa d’espansione che mitiga il rischio idraulico e purifica l’acqua come una sorta di depuratore naturale, bensì anche un ambiente naturale di cui è necessario salvaguardare la biodiversità. "Ci auguriamo che il Padule continui a poter fare da cassa di espansione – fa sapere Antonio Sessa per Legambiente Pistoia – proteggendoci dalle alluvioni, che continui a fornire tutti i servizi ecosistemici che già offre e che questi vengano potenziati, visto lo scenario di grave crisi climatica che stiamo vivendo. Per questo, del Padule di Fucecchio Legambiente si continuerà a occupare con sempre maggiore impegno per ampliarne in modo significativo la tutela, visto che allo stato attuale solo il 10% del suo vasto territorio è protetto”.