Chef Vincenzo Volpe, il ricordo di Paolo Mati: “In cucina fino all’ultimo giorno. Quello che siamo è grazie a lui”

Il titolare del Toscana Fair: “Con lui abbiamo condiviso il percorso di crescita”

Vincenzo Volpe e Paolo Mati

Vincenzo Volpe e Paolo Mati

Pistoia, 17 settembre 2024 – Il lutto per la scomparsa, a soli 42 anni, dello chef Vincenzo Volpe ha suscitato grande commozione in tutta la provincia visto che è un personaggio particolarmente conosciuto per la qualità dei prodotti sempre messi nei propri piatti. Dal 2013, fino al 19 settembre dello scorso anno quando Volpe fu colpito da un grave malore, è stato lo chef di Toscana Fair, il ristorante di Mati 1909 che oramai è apprezzato a livello regionale. «È arrivato qua da noi in un momento delicato, subito dopo l’apertura del ristorante – afferma Paolo Mati, titolare di Toscana Fair –. Incontrai Pier Angelo Barontini dopo aver parlato con decine di chef e, sapendo che c’era anche lui in ballo, mi disse di non farmelo scappare. Fin dal primo momento ha creduto in questo progetto e, ogni giorno, non ha mai mollato ed è arrivato a mettere in piedi quello che oggi siamo. Per noi è evidente che si tratti di una grande perdita, anche perché fino al giorno prima che si sentisse male era in cucina a lavorare. Con lui abbiamo condiviso il percorso di crescita: dal 2015 con gli orti e la ricerca di semi particolari in giro per il mondo, fino all’apertura dell’Orto Fair e poi gli eventi con le serre. L’ho sempre avuto al mio fianco per arrivare a dove siamo adesso».

Una perdita notevole per il mondo della ristorazione, anche perché qualsiasi collaboratore passato da Toscana Fair ha chiamato in queste ore il titolare Paolo Mati per esprimere vicinanza e lutto. «Il ristorante era lui, più che di me – conclude Mati –. Da quando è stato male sono, però, stato sempre con lui per cercare di curarlo al meglio possibile per rimanere vicino alla moglie e alle due figlie che ha. Chi è arrivato qui a fare il lavapiatti poi è uscito che è diventato cuoco: in queste ore ho capito quello che ci ha lasciato perché in tanti mi hanno chiamato dimostrando grande affetto».

S. M.