MARTINA NERLI
Cronaca

"Basta lockdown, porto i miei cavalli a correre in Svezia"

L’allenatore di trotto Vincenzo Castiglia volerà in Scandinavia con tredici trottatori: "In Italia troppa confusione sul futuro"

Vincenzo Castiglia con uno dei suoi cavalli

Montecatini Terme 13 maggio 2020 - L’ippica italiana è ancora ferma al palo. I giorni passano in fretta e l’attesa di una data ufficiale di ripartenza aggrava ulteriormente la situazione economica e morale. Ventimila persone rischiano il posto di lavoro con circa undicimila cavalli da corsa fermi, numeri assordanti che l’emergenza Covid-19 ha evidenziato in un lungo e stremante lockdown. Le scuderie cercano di stringere i denti con la speranza di riavvolgere il nastro e ripartire il prima possibile, qualcuno invece cerca di ridurre i danni spostando all’estero i migliori allievi. Tra i primi a guardare oltre Cokstile, il campionissimo di Gennaro Casillo è tornato in Svezia ad inizio aprile con la voglia irrefrenabile di correre l’Elitloppet. Dopo un inverno passato ad affilare le armi in vista di una primavera impegnativa, lo stop forzato ha cancellato le date importanti dall’agenda ma a sette anni suonati non c’è tempo da perdere ed è giusto andare avanti così il fuoriclasse di Renato Santese punta diritto alla classica rosa di fine maggio. Tra i più coraggiosi anche Vincenzo Castiglia che dopo un periodo alla finestra sceglie di volare all’estero, come ammette lui stesso non sono decisioni facili, dopo dodici anni in Toscana dove ha trovato la sua dimensione fare le valige è complicato.  "Non è un trasferimento completo, con la licenza italiana è possibile spostare in Svezia solo il 49% degli effettivi, ho dovuto scegliere tredici cavalli che per qualità e programma ritengo giusti, purtoppo in Italia in questo momento c’è troppa confusione sono state dette tante date ma ad oggi manca quella ufficiale. Ricordiamo che in questi due mesi di stop abbiamo comunque dovuto provvedere al mantenimento ed all’allenamento dei cavalli. Mi spiace dirlo ma per l’ennesima volta è mancata in primis l’unione interna al settore ma anche la collaborazione dello Stato che nella fase 2 non ha minimamente tenuto conto del nostro sport" .

Vincenzo come ha organizzato la missione svedese?

"Ho cercato di fare le cose nel migliore dei modi, la scorsa settimana sono andato in Svezia per sbrigare tutte le questioni burocratiche, una volta avuto l’ok dalle autorità ho visitato i vari centri di allenamento e alla fine ho scelto a mio avviso un ottima soluzione. Ho firmato un contratto di tre mesi con il centro di Malmoe, una struttura storica dove credo di potermi trovare bene, partirò sabato con la macchina mentre i cavalli partiranno mercoledì prossimo. Riconosco che è un salto nel buio ma per carattere non riesco a piangermi addosso aspettando soluzioni dall’alto". Dei tredici cavalli in partenza punta su qualcuno in particolare?

"Sicuramente Beckham (primatista della leva), uno dei migliori soggetti della generazione. Il cavallo debuttando tardi ha solo tre corse in carriera, l’ultima a Follonica il 9 marzo dove conferma le mie aspettative vincendo in 1.12.1. Pur avendo due successi su tre corse il cavallo complessivamente vince 5.060€ questo vuol dire che nella programmazione italiana è tra gli ultimi per requisiti. La riflessione è nata anche su questo cavallo che in Italia il regolamento non mi consente di valorizzare al meglio, ho studiato il programma svedese e la situazione sembra più allettante. La mia scelta fuori dal coro arriva anche dal rispetto che provo per i miei proprietari, in questi due mesi hanno continuato a pagare le pensioni senza togliermi niente ma giustamente hanno precisato che a settembre le aste dei puledri le guarderanno in tv perchè le risorse per investire nel settore sono quasi esaurite. Un proprietario deve divertirsi, il senso dell’investimento è racchiuso nel piacere di vedere il loro pupillo in corsa e togliendo lo spettacolo automaticamente casca tutto".

Per la legge svedese il 51% degli effettivi deve restare in Italia, parliamo dei cavalli lascia in Toscana.

"Sono diciassette, tra questi tutti i puledri di due anni che devono debuttare in estate e qualche cavallo anziano che è giusto lasciare nel suo habitat. Non ho fatto cavalli di serie A e B, ho solo cercato di evitare spostamenti poco sensati, non tutti i cavalli sono adatti ad un eventuale azzardo. La Toscana resta la base, ho la mia famiglia ad aspettarmi, la speranza è sempre e comunque quella di tornare a casa. Spero che si sistemi tutto il prima possibile, l’Italia ha bisogno di ripartire ed in questo caso sarei felice di tornare indietro".