GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Al teatro Verdi arriva l’irriverente Cruciani

La sua proposta: riaprire le case chiuse. E la lotta al politicamente corretto. “Oggi le persone non sono più libere di esprimersi, per paura della gogna”

Giuseppe Cruciani

Giuseppe Cruciani

Montecatini, 19 febbraio 2025 – “Montecatini potrebbe essere il posto perfetto per fare da progetto-pilota alla riapertura delle case chiuse in tutta Italia: una battaglia di civiltà che può e deve partire da questa realtà di Toscana”. E’ la provocazione di Giuseppe Cruciani, nello stile dissacrante, crudo e diretto della trasmissione radiofonica “La Zanzara” che conduce ormai da lustri insieme a David Parenzo. E con il suo spettacolo ’Via Crux’, che porterà in scena domenica prossima alle 16 al Teatro Verdi, il conduttore radiofonico romano promette già adesso di far discutere.

Cruciani, quando parlava di aprire una casa chiusa a Montecatini era ironico?

“Niente affatto: il vice-premier Salvini, in una diretta Instagram di poche settimane fa, si è detto favorevole alla riapertura e alla regolamentazione delle case chiuse. E’ curioso che una proposta del genere sia arrivata da un esponente di destra, per quanto ha detto di parlare a titolo personale. Sono favorevole alla legalizzazione della prostituzione”.

E quali sarebbero i vantaggi?

“Sono tanti gli italiani che all’estero frequentano case chiuse, spendendo altrove soldi che farebbero senz’altro comodo ai bilanci dello Stato. Senza contare i benefici che la legalizzazione porterebbe. Io penso sia il momento migliore: perché non partire proprio da Montecatini? Mi dicono che il turismo termale non faccia più i numeri dei tempi d’oro. Ecco, un’iniziativa del genere potrebbe dare nuovo slancio”.

Di cosa parla ’Via Crux?

“E’ un one man show dai tratti zanzareschi, incentrato su una serie di monologhi sul femminismo, sulla prostituzione, sulle tematiche Lgbt. Affronta tutte le contraddizioni del nostro tempo, le iperboli del perbenismo. Ed il politicamente corretto. Le persone si sentono assolutamente prigioniere di un linguaggio e di un modo di fare che cataloga praticamente ogni cosa come bullismo o sessismo. Senza contare l’impatto che ha avuto sulla libertà di pensiero: o sei a favore dei matrimoni omosessuali o vieni bollato come un paria della società. E sono proprio quelli che si professano inclusivi a discriminare maggiormente”.

Immaginando di dover ripartire da zero, oggi La Zanzara andrebbe in onda?

“No, proprio a causa del politically correct: la trasmissione è nata vent’anni fa in una società completamente diversa, più libera. Ma se l’idea fosse di oggi, dubito che qualche editore punterebbe su un progetto che si basa sulla sfrontatezza senza filtri, sul linguaggio da bar. Oggi fare del ’free spech’ è più complicato. Ma chissà che la vittoria di Trump, che sotto questo aspetto considero un alleato, non possa portare un nuovo cambiamento. Qualcuno pensa che le sue idee siano terribili, io lo trovo un visionario. Perché mi piace soprattutto l’idea della libertà d’espressione”.