Emanuele Cutsodontis e Martina Vacca
Cronaca

Donna strangolata, indagato il compagno. La verità dall’autopsia

È durato cinque ore l’esame sul corpo di Giusy Levacovich, 39 anni. Prelevati campioni biologici per un raffronto. Lui si dichiara innocente

Da sinistra, il dottor Giuliano Piliero e il dottor Brunero Begliomini

Da sinistra, il dottor Giuliano Piliero e il dottor Brunero Begliomini

Montecatini Terme (Pistoia), 17 giugno 2024 – È durata quasi cinque ore l’autopsia sul corpo di Giusy Levacovich, la donna di 38 anni, mamma di tre bambini, trovata morta la mattina di martedì 11 giugno nel cortile davanti alla casa prefabbricata dove viveva, nel quartiere nomadi di via XXIV maggio a Buggiano.

L’ipotesi che subito si è fatta strada è che la giovane mamma sia stata strangolata, probabilmente usando un indumento stretto al collo. Unico indagato per il reato di omicidio è il compagno della donna, Marco Satori, 43 anni. Si parla di litigi continui tra i coniugi, ma anche di botte e violenze: episodi raccontati da chi conosceva la famiglia, ma mai denunciati. Ieri mattina, all’ospedale di Pescia, l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, che dirige le indagini dei carabinieri, è stata eseguita dal dottor Brunero Begliomini, anatomopatologo di Prato, e con lui era presente anche il medico legale Giuliano Piliero, nominato dai legali di Satori, gli avvocati Michele Nigro e Stefano Camerini di Prato. L’uomo, che in un primo momento si era allontanato dalla propria casa, si è poi presentato al comando dei carabinieri, per rilasciare alcune dichiarazioni.

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"Il mio cliente si è sempre dichiarato innocente – ha spiegato l’avvocato Nigro – ed è sempre stato a disposizione. Non era in casa perché si era allontanato da un po’ dalla moglie, questo il motivo della sua assenza". L’esame sul corpo di Giusy Levacovich è stato complesso: sono stati eseguiti prelievi biologici che dovranno essere campionati e potrebbero essere necessari per un successivo raffronto. Si dovrà poi procedere con gli esami del sangue e gli accertamenti tossicologici. "C’è ancora molto lavoro da fare – ha spiegato il dottor Begliomini all’uscita dall’ospedale insieme al collega Piliero – Approfondimenti di laboratorio e medico legali. Per la difficoltà del caso, la mia richiesta è stata di novanta giorni".