MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Due incontri dedicati a Matteotti martire e maestro

Il 14 settembre a Villa Medicea di Cerreto Guidi e il 22 ottobre al Museo Casa Giusti di Monsummano Terme, a ingresso libero

Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti

Firenze, 9 settembre 2024 – Anche i musei statali di Cerreto Guidi e di Monsummano Terme commemorano il centenario della morte di Giacomo Matteotti in collaborazione con i rispettivi Comuni, con l’Anpi territoriale e col Comitato Difesa Costituzione dell’Empolese Valdelsa, con l’incontro “Matteotti, martire e maestro” in programma sabato 14 settembre nella Villa Medicea di Cerreto Guidi alle 16.30 e martedì 22 ottobre al Museo di Casa Giusti di Monsummano Terme alle 16, a ingresso libero. “Adesso preparate il mio elogio funebre”, disse Giacomo Matteotti al deputato socialista friulano Giovanni Cosattini che gli sedeva accanto il 30 maggio 1924 e che si era congratulato con lui per il suo storico discorso, che denunciava i brogli delle elezioni del 6 aprile insieme alle violenze, alle illegalità e agli abusi.

Alcuni tra i più illustri studiosi, storici e autori delle più recenti pubblicazioni dedicate a Matteotti: Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, il magistrato Luca Baiada e Stefano Caretti, ordinario di Storia contemporanea nell'Università di Siena, vice presidente della Fondazione Filippo Turati, ripercorreranno con nuovi approfondimenti e contributi pagine di storia e memoria sempre necessaria. "Oggi, alla luce delle tante opere e dei tanti dibattiti che si sono sviluppati in occasione del centenario di Giacomo Matteotti – sottolinea Valdo Spini – possiamo affermare chiaramente che Giacomo Matteotti è stato non solo un coraggioso martire dell’antifascismo, ma anche un maestro politico nella dottrina e nella prassi”.

"Innamorato della vita e della giustizia, Giacomo Matteotti, socialista e giurista, amministratore e deputato – aggiunge Luca Baiada – è il più audace dei riformisti e il più paziente dei rivoluzionari. La sua lezione vale ogni giorno, cioè anche oggi e domani".

Stefano Caretti, che ha curato l’opera omnia sulla biografia di Matteotti, nel nuovo volume scritto insieme a Marzio Breda, Il nemico di Mussolini: Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato (Solferino), sulla scorta di documenti inediti, mette in luce due cose essenziali: com’era l’uomo prima di diventare un martire, nei 39 anni che visse in maniera appassionata, e come è diventato un simbolo dell’antifascismo. Perché come è stato scritto: "Prima di lui c’era stata l’opposizione al fascismo, ma l’antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l’estate del 1924, nel suo nome".

Giacomo Matteotti, nato in una famiglia benestante del Polesine, all’epoca una delle zone più povere d’Italia, entrò giovanissimo nel Partito socialista. I successi universitari gli aprirono la carriera accademica in ambito giuridico, ma preferì la politica dalla parte degli sfruttati, dei poveri e degli ultimi, senza abbandonare lo studio teorico. Con la Grande guerra si impegnò per il pacifismo, poi venne arruolato e trattenuto lontano dal fronte perché non facesse propaganda.

Dopo il conflitto riprese l’attività negli enti locali, nel territorio, in Parlamento, nei contatti internazionali, con fermezza e senza sosta, sino al brutale assassinio nel 1924. Matteotti, forte di una preparazione legale ed economica versatile, anche in ambito amministrativo e contabile, e con la conoscenza di diverse lingue estere, era capace di cogliere le tendenze del momento saldandole all’impegno nella lotta di classe e nella vita pubblica.

La sua linea politica, diversa sia dai compromessi dei moderati sia dalla confusione degli estremisti, si basava su uno studio incessante dei dati, specialmente economici, e delle norme giuridiche, ed era finalizzata a programmi politici in favore di una forte redistribuzione della ricchezza, oltre che all’elevazione morale e culturale dei lavoratori. Matteotti era un uomo attento, aggiornato, che seguiva la pittura, il teatro e la musica, e che si impegnava per una promozione sociale di condivisione di questo patrimonio. Il suo amore per il vivere era indistinguibile dall’impegno sociale e dall’intransigenza. Pochi mesi prima di morire scrisse: "Cerco la vita. Voglio la lotta contro il fascismo. Per vincerla bisogna inacerbirla. Ci vuole gente di volontà e non degli scettici". Maurizio Costanzo