REDAZIONE MONTECATINI

Due interrogatori fiume e poi la scarcerazione

Sono tornati a casa, ai domiciliari, il commercialista e l’imprenditore che erano stati arrestati i primi di giugno dalla Guardia di Finanza

Dopo due interrogatori fiume, che hanno richiesto due intere giornate per chiarire punto per punto il complesso capo di imputazione che li riguarda, le porte del carcere di sono spalancate per il commercialista di Montecatini Claudio Bechini e per l’imprenditore Federico Biondi, originario di Pescia e residente a Londra da tre anni. La decisione del giudice per le indagini preliminari Luca Gaspari sulla loro scarcerazione è arrivata nel primo pomeriggio di ieri e i due indagati si trovano ora agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, ma a casa.

Una misura cautelare attenuata sulla quale i due magistrati che dirigono le indagini, i sostituti Claudio Curreli e Linda Gambassi, avevano dato parere positivo al termine dei due lunghissimi interrogatori che si sono svolti entrambi in procura, all’inizio di questa settimana.

I difensori, l’avvocato Giuseppe Castelli per Bechini, e l’avvocato Federica Francesconi per Biondi, entrambi del foro di Pistoia, esprimono cauta e moderata soddisfazione per questo alleggerimento della posizione dei loro assistiti, frutto dei riscontri alle dichiarazioni rese durante gli interrogatori in cui le accuse sono state minuziosamente sviscerate, ed è per questo che hanno richiesto così tanto tempo. La vicenda è nota e la riassumiamo: Biondi e Bechini erano stati arrestati dalla Guardia di Finanza mentre erano al mare, in Toscana, durante i giorni del ponte del 2 Giugno. Erano stati raggiunti da una ordinanza cautelare emessa dal gip Gaspari su richiesta dei pm Curreli e Gambassi.

Al centro dell’indagine, condotta dalle Fiamme gialle, sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pistoia, i movimenti di alcune società negli ultimi quattro anni. I due indagati, secondo le accuse, avrebbero prodotto fatture false per non far pagare le tasse all’imprenditore e avrebbero accumulato un debito di 12 milioni di euro, cercando poi di non pagarlo attraverso alcuni passaggi societari. Le accuse si estendono anche alla bancarotta fraudolenta e all’autoriciclaggio. L’avvocato Francesconi, ed è elemento questo su cui molto probabilmente si è poggiata la più recente azione difensiva davanti ai pm, aveva spiegato al nostro giornale che il commercialista stava preparando una proposta di concordato in bianco per la ristrutturazione del debito, questo in base alla normativa sulle procedure concorsuali, mentre, contemporaneamente, l’avvocato Enrico Panelli del foro di Pistoia, stava curando una serie di ricorsi tributari. Gli arresti erano stati un fulmine a ciel sereno mentre si attendevano le risposte da parte dell’Agenzia delle entrate. Anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia, pochi giorni dopo gli arresti, gli avvocati avevano chiesto la revoca della misura cautelare in carcere. Una revoca che è arrivata ieri pomeriggio.

l.a.