
Marco Zucconi nella sua chiesa di Padre Kolbe a Cintolese (foto Massimo Vernacchio)
Monsummano Terme, 12 novembre 2019 - «Trasformava la vita in un gioco». E' questa una delle immagini che è stata lasciata dai colleghi, di Marco Zucconi, architetto pistoiese dello studio fiorentino Rossi Prodi, scomparso in seguito a un male incurabile. Era nato a Pistoia 53 anni fa.
Le esequie si sono tenute questa mattina nella chiesa di San Massimiliano Maria Kolbe nella popolosa frazione di Cintolese. Era stato lui a progettare e a inaugurare nella scorsa primavera la chiesa che, su espressa volontà della famiglia, ha accolto l'ultimo viaggio terreno dell'amato architetto.
In un tempio gremito, dove perfino i posti in piedi hanno presto preso a scarseggiare, Marco Zucconi nel feretro di legno chiarissimo come i gigli che lo ricoprivano è stato ricordato con affetto, stima e tenerezza. Dopo il commosso intervento del professor Fabrizio Rossi Prodi, ha preso la parola Marco Zacchini, collega di studio e quasi omonimo dell'artchiteto scomparso. «Il nostro è stato un incontro tra due persone che più diverse non avrebbero potuto essere e con i presupposti giusti perchè tutto andasse storto – ha detto Zacchini, – e sono andate tutte infatti per il verso storto. Uno scontro tra spigoli taglienti e curve accoglienti. Da fuori dovevamo essere piuttosto comici. Poi qualcosa è cambiato con i lavori impegnativi. Nelle sfumature delle sue parole c'era spesso il tutto il senso di ciò che voleva dire, senza doverlo fare apertamente, perchè, grande e grosso com'era, irresistibile nel suo gigioneggiare teneva follemente all'intimità delle cose semplici, ma importanti a cui era meglio per lui alludere con dissacrazione. Voglio usare il tempo presente per ricordarlo. Marco è come le fughe che tanto amava, le fughe tra i pannelli di facciata, che in questa chiesa vedete a decine e chiunque abbia fatto cantiere sa quanto sia difficile farle venire diritte, sottili, regolari. Faticherò a restituire tutto quello che mi ha lasciato. L'augurio che faccio a tutti e a Cesare (il figlio ndr) in particolare è che quando la rabbia e il dolore si sopiranno, perchè la vita è più forte di tutto, possa sentire il tuo babbo dentro di te».
E' seguito il ricordo di Marco Zucconi da parte di un artista fra i più amati e conosciuti in Toscana:il maestro Giuliano Vangi, che nutriva per Marco una vera simpatia e con il quale aveva un rapporto speciale. Zucconi, già dal 1995 aveva cominciato a lavorare per uno degli studi più importanti d'Italia, il Rossiprodi Associati di Firenze. Tutto nacque con l'incontro tra Frabrizio Rossi Prodi, allora docente universitario e lo studente Zucconi. «Aveva lavorato all'inizio del meeting point di Peretola – fa sapere il professore – e al progetto dell'Alta Velocità, poi si era dedicato agli edifici religiosi e lavorare alla chiesa del Cintolese e alla riforma della Cattedrale di Pescia era stato un suo desiderio. Fin dal primo momento».