REDAZIONE MONTECATINI

Montecatini, ex Hotel Paradiso: un rebus senza soluzione

L’ecomostro della collina non può essere demolito e nessuno si accolla i 2 milioni di euro per cercare di trasformarlo a scopi sociali

L’ex Paradiso è ora un rudere senza futuro

L’ex Paradiso è ora un rudere senza futuro

Montecatini, 31 agosto 2022 - Il destino dell’ex Hotel Paradiso, ribattezzato ecomostro, resta del tutto incerto, anche se l’ipotesi della demolizione, come dichiarato più volte dalle amministrazioni negli ultimi anni, è sempre più remota e meno plausibile. Trascorsi ormai diversi decenni dalla sua costruzione, secondo il parere dei tecnici eliminarlo significherebbe mettere a rischio la tenuta della collina. Inoltre ci vorrebbero almeno 2 milioni di euro per buttarlo giù.

La strada più percorribile resta quella della riconversione per finalità sociali, secondo quanto contempla la legge sui beni confiscati alla mafia. Ma anche in questo caso la questione non è semplice. Lo evidenzia la Regione sul proprio sito. In una scheda viene stimato il valore dell’immobile di via Mura Pietro Grocco: 1.800.000 euro. Segue la descrizione dell’immobile: "Albergo di 5 piani, vuoto da quando la struttura pensata come residenza sanitaria-assistenziale fu confiscata nel 1996 perché nel patrimonio della società Vuma, controllata dalla banda della Magliana di Roma. I gravami presenti e le condizioni del bene rendono molto difficile una nuova destinazione".

Pure l’Ordine degli architetti di Pistoia dedica una pagina articolare all’opera progettata da Pierluigi Spadolini. I lavori iniziarono nel 1976 e furono ultimati nel 1991. "L’immobile – scrivono gli architetti – fu edificato nel 1976 in sostituzione di un vecchio albergo risalente ai primi anni del secolo scorso; i lavori di costruzione però proseguiranno fino al 1991, attraverso vari passaggi di proprietà.La relazione di progetto e i numerosi carteggi con la Soprintendenza testimoniano il proposito di rispettare cubature, altezze e superfici preesistenti e dimostrano un’attenta ricerca formale sulle masse edilizie, per un inserimento che sia di minimo impatto con l’antico borgo medievale. La scelta progettuale di Spadolini è infatti quella di articolare volumi architettonici digradanti dalla sommità del rilievo e la variante predisposta dall’architetto Monero mantiene sostanzialmente le scelte del progetto di ricostruzione, limitandosi a rielaborare la distribuzione interna e le destinazioni d’uso dei vani. L’edificio ha una configurazione molto movimentata, con piani sfalsati e digradanti contrappuntati da blocchi verticali in cui si sviluppano blocchi scale e ascensori di collegamento".

L’ex Paradiso, confiscato nel 2001 alla Banda della Magliana, secondo l’opinione comune deturpa il paesaggio collinare e si impone alla vista in modo aggressivo. Ma il problema è che purtroppo molti finiscono per abituarsi anche ai brutti scenari. L’immobile venne costruito al posto di fabbricato liberty di pregio, demolito senza grandi scrup oli. Fin dalla sua costruzione, il destino di questo edificio è stato segnato dall’incertezza della sua funzione. Oltretutto la metratura autorizzata ufficialmente dall’amministrazione comunale era stata poi triplicata in corso d’opera, dando luogo a un vero e proprio abuso segnato in una graduatoria nazionale di scempi edilizi.

A dare il colpo di grazia sono state le vicende dei proprietari. Infatti la proprietà è passata nel 2001 alla Pirelli Real Estate, attraverso l’acquisizione del patrimonio del Credito Fondiario Toscano, che nel 1985 aveva concesso un finanziamento di 4,8 miliardi di lire alla Vuma immobiliare di Roma, appunto costruttrice del nuovo edificio, controllata dalla Banda della Magliana e precedente proprietaria del cespite. Poi è stato sequestrato, ma ad oggi non è stato fatto nulla di concreto per risolvere la situazione.

Giovanna La Porta