L’ex hotel Paradiso confiscato alla banda della Magliana. "Va messo in sicurezza"

Appello di Libera e Spi-Cgil: “La struttura è un ecomostro e deve essere almeno parzialmente demolita"

L’ex hotel Paradiso a Montecatini Alto (Goiorani)

L’ex hotel Paradiso a Montecatini Alto (Goiorani)

Montecatini Terme, 20 gennaio 2024 – “L’ex Hotel Paradiso di Montecatini Alto, confiscato alla Banda della Magliana, è un ecomostro che deve essere abbattuto in maniera almeno parziale. Altrimenti sarà lo Stato a doversi fare carico del suo abbattimento totale con l’aggravio dei costi". È questo l’appello contenuto nella lettera inviata all’Agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie, al prefetto Licia Donatella Messina, e all’agenzia del demanio, da parte di Alessandro Pastore, referente del coordinamento provinciale di Libera, e Andrea Brachi, segretario provinciale del sindacato Spi-Cgil.

"Nell’ultima riunione, tenuta in prefettura il 28 marzo 2023 - dice il documento - abbiamo condiviso la necessità di dare una svolta alla gestione dell’ex Hotel Paradiso dal momento che le caratteristiche del bene non hanno permesso in trent’anni dalla confisca di arrivare alla destinazione e all’uso sociale del bene. Le difficoltà sono state confermate in occasione del primo bando per l’assegnazione diretta di beni confiscati ai soggetti del terzo settore del 2020. Nessun soggetto del terzo settore può accollarsi i costi della gestione dell’immobile che negli anni è caduto in grave stato di deterioramento. Non sappiamo se attualmente il bene sia uscito dalla gestione dell’Agenzia dei beni sottratti alle mafie e sia già passato al Demanio. In ogni caso, permane un problema relativo alla sicurezza dell’edificio e la necessità espressa a fine riunione di una perizia adeguata sulle condizioni di stabilità. Abbiamo fatto presente questa necessità da tempo. Il 5 ottobre 2020 abbiamo avuto la possibilità di fare un sopralluogo all’interno del bene con il coadiutore dell’Anbsc Davide Franco".

Il risultato, come riporta un sunto della relazione è stato piuttosto preoccupante. "Il sopralluogo - conferma la relazione - ha evidenziato un degrado consistente delle aree ispezionate. Tale degrado è destinato a continuare e ad ampliarsi in assenza di interventi di ripristino e messa in sicurezza delle strutture, a partire dal ripristino del sistema di smaltimento delle acque meteoriche, causa prima delle infiltrazioni riscontrate. Per avere maggiori e più esaustive informazioni sullo stato di conservazione dell’immobile e quindi sulle sue condizioni di sicurezza, è necessario eseguire una ricognizione generale delle strutture portanti, anche con indagini sui materiali e prove di carico sui solai".

Pastore e Brachi ricordano di "avere sempre pensato e detto che occorrerebbe una demolizione almeno parziale. Ci è stato risposto che lo Stato non può distruggere un suo bene ma a parte il negativo impatto ambientale di quello che è di fatto un ecomostro, temiamo che lo Stato si troverà a doverlo demolire per forza se non si trova il modo di arginare il processo di deterioramento. Inviamo alcune foto fatte durante il sopralluogo. Anche in considerazione del nuovo avviso dell’Anbsc per l’assegnazione diretta di beni confiscati a enti o associazioni del terzo settore, chiediamo inoltre la convocazione di un tavolo in prefettura".

Da.B.