La ferita aperta dell’ecomostro. “Ex hotel Paradiso da demolire”

L’intervento di Italia Nostra: “Dal 2019 niente si è mosso, ma resta una priorità per tutelare il nostro territorio”

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Una piscina all’interno dell’ex hotel Paradiso in stato di totale abbandono (Goiorani)

Montecatini terme, 23 ottobre 2024 – “L’ex Hotel Paradiso di Montecatini Alto rappresenta una ferita aperta nel tessuto urbanistico della Valdinievole e della città: ecomostro e tutela del patrimonio Unesco rappresentano proprio una contraddizione in termini”. La sezione della Valdinievole e il gruppo pistoiese di Italia Nostra tornano a parlare dell’edificio confiscato ormai trent’anni fa alla Banda della Magliana, che continua a deturpare il paesaggio al Castello. Una questione in attesa di una soluzione ormai da troppo tempo. Italia Nostra Valdinievole “si è occupata a più riprese, fin dal 2019, di questa struttura per contribuire a trovare una soluzione. Per noi deve essere la demolizione e la restituzione alla comunità del grande spazio, con un utilizzo a verde e parco. Purtroppo. niente si è mosso nel frattempo, ma il problema resta an¬cora in cima alle priorità del nostro territorio. Crediamo che sia necessario uno sforzo congiunto delle istituzioni coinvolte e di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, se vogliamo affrontare e risolvere la questione. Pensiamo quindi che possa essere utile un appello a tutti gli attori potenzialmente coinvolti, affinché l’ex Hotel Paradiso ritorni sul tavolo della discussione. Italia Nostra Valdinievole vuole farsi parte attiva per pro¬muovere questo tavolo, programmando i necessari incontri con i rappresentanti istituzionali più direttamente interessati”.

L’esponente della Pro Loco di Montecatini Alto Gianluca Fiorini segue da tempo la vicenda e, di recente, ha ottenuto un parere favorevole in merito alla demolizione da parte dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alle mafie, in merito all’abbattimento. “Come abbiamo già detto più volte – afferma – il fatto che legalmente si possa abbattere non significa che si debba fare. È una possibile soluzione per riportare alla natura uno spazio che da troppi anni è in stato di completo abbandono. Il nostro gioiello medievale merita sicuramente altro. La demolizione totale o parziale si affianca ora senza più dubbi alle altre possibili soluzioni d’uso, che siano sociali, culturali, e sportive, piuttosto che private, con rsa o resort di valore. Vedremo, confido presto, cosa fare e come rivalorizzare la struttura, unendo ad un tavolo progettuale tutti gli stakeholder, a partire da Comune e Regione, con il coinvolgimento oltre che dell’Agenzia per l’amministrazione dei beni sottratti alle mafie e delle varie associazioni del terzo settore e d no profit”.

Daniele Bernardini