Buggiano (Pistoia), 24 agosto 2024 – Marco Satori, indagato per l’omicidio della moglie Giusy Levacovich, trovata morta nei pressi della casa prefabbricata dove viveva a Buggiano, finito in carcere per altri reati legati a un’indagine su ricettazione e uso indebito delle carte di identità, è stato rilasciato. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale labronico ha stabilito per lui l’obbligo di dimora nel comune di Prato, dove vivono i suoi genitori.
L’ipotesi che subito si è fatta strada è che la giovane mamma sia stata strangolata, probabilmente usando un indumento stretto al collo. Unico indagato per il reato di omicidio è il compagno della donna. Si parla di litigi continui tra i coniugi, ma anche di botte e violenze: episodi raccontati da chi conosceva la famiglia, ma mai denunciati. All’ospedale di Pescia, l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, che dirige le indagini dei carabinieri, fu eseguita lo scorso 16 giugno dal dottor Brunero Begliomini, anatomopatologo di Prato; con lui era presente anche il medico legale Giuliano Piliero, nominato dai legali di Satori, gli avvocati Michele Nigro e Camerini.
L’uomo, che in un primo momento si era allontanato dalla propria casa, si era poi presentato al comando dei carabinieri, per rilasciare alcune dichiarazioni. “C’è ancora molto lavoro da fare – spiegò Begliomini all’uscita dall’ospedale insieme al collega Piliero – Approfondimenti di laboratorio e medico legali. Per la difficoltà del caso, la mia richiesta è stata di novanta giorni”. A metà settembre, quindi, sono attese nuove risposte da parte del medico legale.
Da più di tre mesi, ormai, una giovane madre è stata uccisa in modo barbaro e crudele, mentre la giustizia cerca il responsabile. Satori, la sera stessa del delitto, fu sentito a lungo dai carabinieri, come ha spiegato l’avvocato Camerini che lo assiste. “La sera dell’11 giugno sono stati i suoi familiari a chiamarmi – ha dichiarato il legale – avevano saputo che i carabinieri lo stavano cercando. L’ho accompagnato alla stazione di Iolo dove lo stavano aspettando i carabinieri di Pistoia e da lì ci siamo spostati al comando di Pistoia dove è stato sentito a lungo, fino alle undici di sera. Un interrogatorio a cui non ho assistito perché non era formalmente indagato. E’ stato verbalizzato in maniera molto dettagliata. Ha detto che nel momento in cui Giusy è morta lui a casa non c’era. Dall’autopsia ci attendiamo risposte che possano far luce su questa tragedia”.