La piaga del femminicidio, un incontro a Montecatini. “Mia sorella, ammazzata per la terza volta”

La toccante testimonianza di Giulia Scalone. Loredana fu brutalmente uccisa e il corpo buttato giù da una scogliera. “Volevamo l’ergastolo per l’assassino”

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Montecatini Terme, 7 ottobre 2024 – I diritti delle donne non vanno ricordati solo il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il rispetto per l’universo femminile va celebrato ogni giorno. Parola di Giulia Scalone, sorella di Loredana, vittima di femminicidio. Giulia, ieri pomeriggio nel salone Portoghesi al Tettuccio, ha inaugurato una serie di incontri organizzati nell’ambito della rassegna “Acqua in bocca ma non troppo”. Simona Peselli, direttore editoriale, intervisterà i testimoni diretti di alcuni drammi che hanno avuto come protagoniste donne sacrificate sull’altare dell’egoismo e della brutalità da uomini che sostenevano di amarle, ma ne avevano fatto soltanto un oggetto di possesso e morbosità. Titolo: “A tu per tu con la violenza”. Grazie a questa iniziativa, per la prima volta, in Toscana, diventa possibile affrontare il tema direttamente con le vittime di violenza, oppure, come in questo caso, con i familiari di donne assassinate.

Loredana è stata ammazzata per la terza volta”, dice Giulia riferendosi alla sentenza pronunciata nel maggio scorso dalla pubblica accusa della Corte di assise di Catanzaro che ha annunciato che non farà appello contro la sentenza di condanna a 25 anni di carcere dell’uomo che il 23 novembre 2020, con 28 coltellate, ha assassinato Loredana Scalone, sorella di Giulia. Il crimine di Pietragrande di Staletti (Staletti è un comune a una decina di chilometri da Catanzaro, sul golfo di Squillaci) pare simile a quella di molti femminicidi. Lei lascia lui, lui la cerca, lei si è stancata e non lo vuole più, lui la ammazza.

“Ma non è solo così. C’è tanto di più – sostiene Giulia – in questa storia di violenza dove la vittima “muore“ – anzi, “viene ammazzata“ – tre volte”. Giulia porta avanti una battaglia contro la sentenza che ritiene ingiusta: per il femminicidio della sorella avrebbe voluto l’ergastolo, vista la brutalità con cui Loredana è stata assassinata e il corpo occultato: 28 coltellate, la faccia fracassata contro le rocce e poi il cadavere buttato giù da una scogliera e ricoperto di calce per farlo scomparire in fretta. Si sarebbe aspettata almeno l’appello della procura che non c’è stato. “L’unico appello – ha spiegato Giulia – che si discuterà a novembre sarà quello dell’imputato che chiederà una pena più lieve o magari l’annullamento della pena perché il femminicidio sarebbe stato commesso da una persona incapace di intendere e di volere, circostanza negata in primo grado. Voglio condividere la nostra esperienza di dolore e ingiustizia percepita con chiunque la voglia ascoltare. Ecco perché sono venuta a Montecatini””.

Immagine simbolo di questo ciclo di incontri è un’opera dell’artista Giulia Maglionico: una Monna Lisa pop, vittima di violenza, con un occhio nero e un braccio ingessato. Una donna fra le donne, perché nessuna, proprio nessuna è esclusa dalla violenza. La serie di locandine della rassegna è realizzata in collaborazione con la Casa Editrice Maschietto di Firenze.

Giovanna La Porta