Massacrata nel letto, svolta a 16 anni dal delitto: camionista inchiodato dal Dna

L’uomo, accusato di aver ucciso Isabel Macarthy, comparirà in Corte d’Assise. A inchiodarlo il confronto del Dna rilevato da un morso sul corpo della vittima

Gli inquirenti ripresi nell'appartamento di Isabel (nel riquadro), durante le indagini (Foto Goiorani)

Gli inquirenti ripresi nell'appartamento di Isabel (nel riquadro), durante le indagini (Foto Goiorani)

Montecatini, 4 ottobre 2024 – Un femminicidio del 2008 sarà il 26 novembre prossimo davanti ai giudici della Corte d’Assise, in aula bunker, a Firenze. E’ la decisione, di ieri mattina, del giudice per le udienze preliminari Luca Gaspari sulla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Luisa Serranti nei confronti di Pasquale Buccolieri, camionista di Lucca nato il 18 dicembre del 1974. E’ accusato di aver massacrato a coltellate Isabel Cristina Macarthy, che aveva 46 anni. A inchiodarlo il suo Dna, trovato sul corpo della vittima dove era stato rilevato, nel corso dell’autopsia, un morso su una gamba da cui i periti avevano prelevato l’impronta della dentatura e quindi la traccia biologica.

Isabel era originaria del Brasile, ed era arrivata a Montecatini da Santa Cruz Do Sol. Riceveva i clienti in un piccolo appartamento di via Marconi, al numero 66. Ed è lì che fu trovato il suo corpo dopo l’allarme delle amiche che inutilmente bussavano alla porta e le telefonavano. Il delitto fu fatto poi risalire al pomeriggio del 19 aprile del 2008. Isabel fu trovata la sera dopo, riversa nel suo letto, seminuda, in un lago di sangue. Era morta dissanguata e dopo aver lottato strenuamente con il suo assassino. L’aveva ripetutamente colpita con un oggetto tagliente e tuttavia, come emerse all’epoca, non aveva raggiunto organi vitali. La morte era stata lenta e orribile. La porta dell’appartamento era stata trovata chiusa. La vittima aveva aperto al suo killer, che poi si era richiuso la porta alle spalle.

Le indagini della Squadra Mobile della Questura e del Commissariato di Montecatini furono febbrili, e difficili. Perché l’agenda di Isabel conteneva i nomi di molti uomini. L’attenzione degli inquirenti si concentrò subito sul giro dei clienti della donna. Dopo qualche tempo emerse una rosa di almeno otto sospettati, tre uomini (due di Montecatini e uno di Lucca, tutti e tre clienti della donna), e cinque donne di varie nazionalità che all’epoca si prostituivano.

Ci fu poi, nel 2019, una richiesta di archiviazione, ma oltre un anno fa le indagini hanno ripreso vigore grazie alle più sofisticate tecnologie oggi a disposizione degli investigatori e, soprattutto, alla possibilità di confrontare le banche dati.

Dal Dna rilevato sul corpo della vittima – come ci ha spiegato l’avvocato Maria Di Rocco del foro di Prato, che assiste i familiari di Isabel – , gli inquirenti sono risaliti prima al fratello dell’imputato che però, era in carcere all’epoca e quindi non poteva essere l’autore del delitto.

L’accertamento successivo avrebbe quindi inchiodato Buccolieri che sarà chiamato a rispondere dell’omicidio di Isabel Macarthy davanti ai giudici popolari. E’ difeso dall’avvocato Sara Tordazzi del foro di Pistoia.

Nell’udienza di ieri mattina si sono costituiti parte civile il figlio di Isabel, Erlon, che oggi ha 44 anni, e il fratello Paulo Gabriel. Vivono in Brasile, ma in tutti questi anni hanno seguito costantemente, e con fiducia, ogni fase delle indagini.

 l.a.