EMANUELE CUTSODONTIS
Cronaca

Frana sulla Sp34: è ancora caos. La terra si muove, niente riapertura. La caduta di massi non si ferma

Problemi in Val di Forfora: lo smottamento fra Calamari e Ponte di Sorana continua a preoccupare

La strada provinciale 34 è bloccata ormai da una settimana

La strada provinciale 34 è bloccata ormai da una settimana

Si prolungano i tempi per la riapertura della strada provinciale 34 della Val di Forfora, chiusa ormai da due settimane circa nel tratto fra Calamari e Ponte di Sorana a causa di un movimento franoso. Ieri, sul posto, si è presentato per due volte un geologo inviato dalla Provincia di Pistoia, al mattino e nel tardo pomeriggio, che accompagnato dal vicesindaco Luca Tridente, che ha la delega alla Protezione Civile, ha effettuato nuovi monitoraggi sulla situazione della frana. E i segnali non sono stati positivi. "Non ci sono ancora le condizioni per una riapertura – conferma il vice sindaco –, non sussistono le condizioni per il suo utilizzo in sicurezza. Il problema è che la terra è ancora in movimento: stanno continuando a staccarsi massi piuttosto grossi".

Dopo due giorni senza pioggia, la frana continua a scendere; lo smottamento che preoccupa maggiormente, ora, sembra essere quello a monte della strada. "Ci preoccupano le previsioni meteorologiche – prosegue Tridente – nei prossimi giorni è di nuovo prevista pioggia. Se la situazione dovesse migliorare, è probabile la riapertura a stretto giro, almeno per quello che riguarda i mezzi leggeri. Ma è necessario che si fermi la caduta di massi. Appena si ferma il movimento franoso, in Provincia sono decisi a riaprire la strada. La situazione è simile a quella che si era già verificata più a monte, nel tratto fra Crespole e Lanciole. Il problema, su quella strada, è grave e reale".

I tecnici sono al lavoro per risolvere nel più breve tempo possibile il problema, e riaprire la strada al traffico. "Hanno lavorato duro – conclude il vicesindaco – li ho visti impegnarsi a fondo, intervenendo a mano, disgaggiando la parete della scarpata, per togliere tutte le parti e i frammenti a rischio di caduta. Ho chiesto di mettere dei blocchi a protezione della carreggiata: non dei geoblock, ma dei jersey in cemento armato, che non comporterebbero limitazioni al traffico. Però sono più bassi, il rischio è che se i massi continuano a cadere superino la protezione e ricadano sulla strada, con gli ovvi rischi per i mezzi in transito".

Emanuele Cutsodontis