Pensava di farla fatta franca e, forse, dopo tre anni, si era già scordato di cosa aveva combinato. In ogni caso, lui e i suoi complici risultavano irreperibili sul territorio nazionale. La polizia di Stato però non si era affatto dimenticata di lui. E così gli agenti del commissariato hanno rintracciato, precisamente a Firenze, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di un cittadino di origini peruviane. L’uomo, in concorso con altri due connazionali, è accusato di aver commesso un furto aggravato all’interno del Conad di Monsummano ai danni di un’anziana nel 2021. Nel settembre di quell’anno, gli agenti del commissariato procedettero al controllo di un’autovettura Fiat Punto e all’identificazione dei tre soggetti all’interno del veicolo. Questo, presumibilmente, era stato utilizzato nel febbraio precedente per compiere un altro furto, sempre a Montecatini, si danni di un esercizio di telefonia e computer.
Al momento del controllo, effettuato dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Montecatini, a bordo del veicolo risultavano presenti tre cittadini di origini peruviane, due uomini e una donna, tutti gravati da precedenti penali e di polizia, in particolar modo per furti con destrezza e reati contro il patrimonio. Questi si mostrarono insofferenti alla verifica. Durante le perquisizioni furono rintracciati due manufatti metallici solitamente utilizzati da malfattori per rimuovere i sistemi anti-taccheggio dai capi di abbigliamento. I tre furono quindi denunciati a piede libero. La squadra di polizia giudiziaria ricostrui poi la presenza dei tre soggetti in quella giornata sul nostro territorio e, al termine degli accertamenti, gli stessi sono stati individuati come responsabili in concorso tra loro di un furto con destrezza perpetrato in danno di un’anziana donna, all’interno del supermercato di Monsummano, nonché di un’ulteriore azione commessa ai danni di un anziano, all’interno di altro supermercato, a Pescia, e del successivo utilizzo indebito delle carte di credito sottratte alle vittime. Tre anni dopo, per uno di loro sono scattate le manette.
Daniele Bernardini