
In foto un gruppo di turisti in visita al Padule di Fucecchio (foto d’archivio)
Bene la mostra fotografica Gente di Padule, ma disprezzabile il fine che nasconde dietro. Parte da qui la reprimenda dell’associazione Amici del Padule di Fucecchio e della biodiversità sull’allestimento di immagini della zona umida organizzato da Federcaccia, che secondo l’associazione ambientalista celerebbe la volontà di essere "un mezzo di narrazione per affermare che quel Padule e che quelle pratiche rappresentano un orizzonte a cui occorre tornare, perché ciò che è venuto dopo, con esplicito riferimento ad un approccio tecnico-scientifico alla tutela della natura e all’introduzione di alcune regole ispirate a tale approccio, avrebbe condotto ad un grave deterioramento", come scrivono gli Amici del Padule.
Poi argomentano partendo dagli anni ‘70 quando il Padule diviene un ricettacolo di scarichi inquinanti per le acque reflue delle decine di cartiere sorte a monte e i residui della lavorazione delle pelli delle numerose concerie sorte a valle, nel comprensorio del cuoio. "Le attività tradizionali, come la pesca professionale e la raccolta delle erbe palustri, declinano rapidamente, mentre la caccia diventa uno sport di massa, con poche regole". Poi proseguono "Sulla spinta culturale dell’ambientalismo vengono realizzate nuove aree protette e fatti accordi importanti per tutelare quel poco che restava a livello mondiale delle zone umide. In Italia questo processo è stato fortemente ostacolato da varie lobby, fra cui, in prima linea, anche quella venatoria".
Nel frattempo in Padule sono tornati molti uccelli come aironi, cormorani, gli svassi, il cavaliere d’Italia, il falco di palude, le anatre svernanti e altre specie importanti come il fenicottero rosa, la spatola, il mignattaio, il biancone, il nibbio bruno, le gru e le cicogne nidificanti. Ma "il nemico numero uno dei cacciatori - proseguono gli Amici - è "la cannella". Paradossalmente la cannuccia di palude si è diffusa così ampiamente nel Padule per effetto della pratica gestionale venatoria di dare fuoco alla vegetazione per creare aree aperte favorevoli alla caccia".
"Quello che è certo – concludono gli ambientalisti – è che oggi il Canneto a Phragmites australis è uno degli habitat più rari e minacciati in Italia e in Europa e ad esso sono legate numerose specie di uccelli altrettanto rare e minacciate. La deriva che ha visto negli ultimi anni un arretramento nella tutela del Padule minaccia in particolare il canneto, che da più parti si demonizza e che si vorrebbe di nuovo mettere a ferro e a fuoco quando le nidificazioni sono ancora ampiamente in atto. Ci opporremo a questa deriva oscurantista con determinazione, anche attraverso una corretta informazione".
Arianna Fisicaro