I centri diurni per l’Alzheimer: "Luoghi essenziali per gli anziani"

Nel convegno promosso dalla Fonazione Caript si parlato di temi, problemi e soluzioni legati alla demenza

I centri diurni per l’Alzheimer: "Luoghi essenziali per gli anziani"

"Gli anziani affetti da Alzheimer reagiscono in modo positivo agli stimoli che arrivano attraverso l’ascolto della musica leggera della loro giovinezza e dai programmi televisivi del passato. Il centro diurno di Monteoliveto, a Pistoia, applica con successo questo tipo di attività. Anche la pet teraphy, con l’utilizzo di animali, stimoli i loro sentimenti". Giulio Masotti, docente emerito di geriatria all’università di Firenze, ha descritto con grande speranza questo genere di cura, in attesa dei passi avanti della farmacologia, durante la quattordicesima edizione del convegno organizzato al Teatro Verdi. L’appuntamento nazionale dedicato ai centri diurni per l’Alzheimer, promosso dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, dalla Casa dell’anziano di Monteoliveto e dalla scuola di specializzazione in geriatria dell’universita’di Firenze, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone. Il convegno è stato realizzato in base a criteri multidisciplinari: tra i relatori medici c’erano geriatri, neurologi e psichiatri, mentre tra le altre professioni sanitarie c’erano anche psicologi, fisioterapisti, infermieri e assistenti alla persona.

Sono 80mila le persone che in Toscana soffrono di demenza, di queste, il 60% è affetta da Alzheimer. Masotti ha spiegato che, per gli anziani con i primi sintomi di Alzheimer, sta prendendo sempre di più corpo la possibilità di co-housing. "Si tratta di strutture dove ognuno mantiene il proprio spazio personale in autonomia – ha sottolineato – ma gode della possibilità di avere punti in comune con gli altri, di poter interagire con loro e di ricevere continui stimoli. Realtà come Monteoliveto offrono stimoli e assistenza per gli anziani malati, che la sera tornano a casa e ritrovano il loro ambiente, a cui sono legatissimi".

Alcuni relatori presenti al convegno hanno affrontato il legame tra dolore, depressione e disturbi nel comportamento nella demenza, mentre altri hanno discusso del tema commesso legato al movimento delle persone affette da demenza nelle strutture socio-sanitarie. Sono state anche presentate le possibilità offerte dalle disponibilità future delle prime terapie per l’Alzheimer, che rappresentano una speranza, ma potrebbero rendere ancora più complessa la possibilità di risorse ai già limitati servizi sanitari per la demenza in Italia. I centri diurni, in Toscana, hanno realizzato un’efficace collaborazione con le strutture museali, finalizzata a consentirne la frequentazione a persone anziane affette da demenza.

Daniele Bernardini