GIANLUCA BARNI
GIANLUCA BARNI
Cronaca

’I tre moschettieri’ al Teatro Verdi. Opera pop, tra musica, prosa e danza

Il romanzo di Dumas prende nuova vita nella versione musicale italiana

Giò Di Tonno indossa i panni di Athos nel musical ’I tre moschettieri’ pronto a sbarcare venerdì al Verdi

Giò Di Tonno indossa i panni di Athos nel musical ’I tre moschettieri’ pronto a sbarcare venerdì al Verdi

Venerdì sera con un classico rivisitato al Teatro Verdi di Montecatini Terme. Dalle 21, infatti, ecco "I Tre Moschettieri". Una serata all’insegna del celeberrimo motto "tutti per uno, uno per tutti!", testimonianza di un’amicizia incorruttibile. Il celebre romanzo di Alexandre Dumas prende nuova vita nella versione musicale prodotta da Stefano Francioni Produzioni e dal Teatro Stabile d’Abruzzo, di cui è direttore artistico Giorgio Pasotti. Uno spettacolo nel quale musica, prosa e danza si intrecciano in un racconto coinvolgente ed emozionante con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci, Graziano Galatone nei ruoli di Athos, Porthos e Aramis e il tocco innovativo ed elegante di Giuliano Peparini, al quale sono affidate la direzione artistica e la regia. Le coreografie sono curate da Veronica Peparini e Andreas Muller, i testi scritti da Alessandro Di Zio, le musiche composte dal già citato Di Tonno.

Il trionfo dell’amicizia, ma pure del potere e dell’ambizione in questa storia senza tempo dove buoni e cattivi combattono una lotta quasi archetipica mettendo al centro valori quali onore, fedeltà, onestà troppo spesso posti in crisi dal mito dell’uomo contemporaneo e che i tre moschettieri portano fieri sulla punta delle loro spade. Spade che naturalmente non disdegnano di usare: perché per l’onestà e per l’amicizia si può e si deve combattere. E per l’amore, motore di ogni azione che qui si sublima nell’incontro tra D’Artagnan e Costanza: un amore che verrà spezzato dalla sete di vendetta dell’altra protagonista femminile, la perfida Milady. Il finale riporterà l’equilibrio e Milady sarà giustiziata. Ma lo spettatore andrà via con l’amaro in bocca. Chissà, forse perché i buoni sono a un tratto diventati cattivi? Oppure perché è proprio la morte l’unico mistero che neanche l’uomo contemporaneo è riuscito a svelare. L’unico mistero che ci rende microscopici e vulnerabili.

Gianluca Barni