Si terrano questo pomeriggio, alle 15 nella Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao, le esequie di Mario Morina, l’operaio tragicamente scomparso nella mattina di lunedì, travolto e ucciso dall’albero che stava tagliando nel corso di un intervento per la pulizia della vecchia strada postale che collega Veneri a Capannori, sul territorio comunale di Pescia. Una fine, quella del 59enne, che ha sconvolto la comunità di Medicina, la frazione nella quale si era trasferito a vivere nel 2002, insieme alla compagna Eleonora Lopez, nella quale la coppia si era rapidamente integrata, tanto che l’uomo era entrato nel consiglio direttivo del circolo che per tanti anni ha animato il paese.
Come ha ricordato il sindaco Riccardo Franchi, Morina, al lavoro per la cooperativa La Spiga di Grano, stava ripulendo una strada comunale. "Doveva semplicemente ripulire gli sfalci – ha detto a caldo, esprimendo vicinanza alla famiglia a titolo personale e per conto dell’amministrazione –, non si sa perché è montato su un ciglio, non era intervento che doveva fare, mi dice la cooperativa. Una tragedia. Queste cose non devono accadere, non si può morire così, non si può morire sul lavoro".
L’ufficio prevenzione e sicurezza dell’azienda sanitaria è al lavoro, raccogliendo tutte le informazioni che poi saranno trasmesse alla Procura, incaricata di svolgere l’indagine sul caso. L’incarico dato dal Comune di Pescia alla cooperativa non comprendeva il taglio degli alberi.
Una delle ipotesi che sono emerse, ancora da verificare, è che procedendo con il lavoro si fosse reso conto che la pianta stesse per collassare, e avessero deciso di intervenire tagliandola. Da capire come un operaio dell’esperienza di Morina abbia deciso di intervenire per tagliare un’acacia, albero che da molti è considerato pericoloso, in un giorno di allerta meteo giallo per il forte vento che sta continuando a spazzare tutta la Toscana.
Anche il fratello gemello Pietro è sicuro che Mario non avrebbe mai preso autonomamente la decisione di tagliare la pianta che poi ha causato la tragedia sul lavoro. "Mio fratello non è intervenuto – afferma –. L’addetto della cooperativa ha chiesto al suo collega di tagliare l’erba e a Mario di segare l’albero. Noi siamo decisi a tutelare la nostra famiglia, faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità".
Emanuele Cutsodontis