Nelle scorse ore, infatti, ha tenuto banco il dibattito politico sull’accorpamento di 14 istituti scolastici nella nostra regione: un modo, nei piani del Governo nazionale, per migliorare la gestione amministrativa della scuola e di ottimizzare le (poche) risorse a disposizione. Un provvedimento che ha sollevato più di un polverone da parte di quei comuni che risultavano, in una maniera o nell’altra, danneggiati dal provvedimento governativo.
La Valdinievole non ha fatto eccezione: sul tavolo, infatti, c’è stato anche l’accorpamento dell’Istituto Berni di Lamporecchio e l’Istituto Ferrucci di Larciano, con quest’ultima che nei piani originali avrebbe dovuto ospitare sia la sede direttiva che la segreteria presso l’Istituto di Larciano. Il sindaco di Lamporecchio, Anna Trassi, da subito si è detta fortemente contraria a questa scelta, ricorrendo al Tar della Toscana per bloccare il piano. A spiegarne i motivi è stato lo stesso sindaco eletto lo scorso giugno. "La nostra priorità, come amministrazione, è quella di tutelare i lamporecchiani garantendo i loro diritti di cittadini. Sull’accorpamento degli istituti di Lamporecchio e Larciano è stato disconosciuto un accordo già esistente, firmato digitalmente da entrambe le amministrazioni comunali nel dicembre 2023. Questo accordo prevedeva, per l’istituto Berni Ferrucci, il mantenimento della sede legale a Lamporecchio".
Trassi sottolinea come le condizioni attuali con quelle del 2023 non siano sostanzialmente cambiate. "A novembre – prosegue –, abbiamo ratificato, confermando, l’accordo attraverso una delibera di Giunta. É vero, non sono cambiate le condizioni ambientali, quelle politiche sì: a Lamporecchio, dopo ottant’anni, non vi è più il Partito Democratico alla guida del comune ma una lista civica. Se l’accordo è stato ritenuto valido un anno fa, non vediamo il motivo per cui, a normativa invariata, oggi sia stato disconosciuto".
Dopo alcuni giorni, in cui l’accorpamento dei due plessi sembrava ad un passo, è arrivata l’amministrazione regionale a bloccare il piano originario del governo. Come spiegano il presidente Eugenio Giani e l’assessora Alessandra Nardini "i dati definitivi di novembre 2024 hanno, a nostro avviso, confermato definitivamente che stabilire 14 accorpamenti avrebbe determinato una ingiustificata riduzione del personale dirigente e non dirigente, una riduzione inoltre non conforme alla popolazione scolastica effettiva toscana". E adesso? Parafrasando Tomasi di Lampedusa del Gattopardo, tutto cambia perché nulla cambi. La Regione Toscana ha stabilito il mantenimento dello status quo pre-accorpamenti, con 466 istituzioni scolastiche autonome sparse in Regione per il biennio 2025/2026.
Francesco Storai